Maran tra programmi e obiettivi: questa regione è immobile e i giovani se ne vanno, vogliamo dare voce a chi non ne ha più
Il candidato del Terzo polo: «Siamo alternativi
ai due populismi». Lo schieramento centrista si prepara alle elezioni del 2 e 3 aprile
UDINE. Il presente dice che il Friuli Venezia Giulia è una regione «ricca e civile». Ma sul futuro, «causa denatalità accentuata, fuga dei giovani cervelli, immobilismo e chiusura», incombono pesanti ombre.
Il Terzo polo punta a mettere un argine a questa deriva, si candida a diventare «il primo partito della Terza repubblica» e intanto nelle urne del 2 e 3 aprile vuole «consolidare il risultato ottenuto alle Politiche, il 9%, un punto più della media nazionale».
In centro a Udine, sabato 28 gennaio, la prima uscita ufficiale del candidato presidente Alessandro Maran, con i maggiorenti di tutti i partiti e i movimenti che lo sostengono, dai partiti federati Azione a Italia Viva, da Più Europa e dai movimenti civici Alfieri per la libertà e Regione Futura.
Gradese, 62 anni, Maran ha un lungo curriculum politico, è stato tre volte deputato e poi senatore del Pd, è transitato per Scelta civica di Monti per poi tornare, dopo un paio di anni con i dem. Adesso scende in campo per questa nuova avventura, ammettendo che non si tratta «di una scelta facile, perché qualche problema, strada facendo, ce l’avremo».
Ma poi riprende le redini del discorso e ammette: «La politica, per me, è una scelta di vita, mi sono impegnato fin da giovanissimo». «Abbiamo un progetto - ha spiegato Maran - un’idea di mantenere aperta la prospettiva alternativa ai due populismi, quello di destra e quello di sinistra. Guarda caso, i populisti sono tutti incendiari quando sono all’opposizione, poi si trasformano in funzionari della Bce quando vanno al governo. Crediamo nella ripartenza riformista, se non si consolida il centro, non si può dare linfa per cambiare la situazione».
Quindi il candidato presidente ha focalizzato il target di cittadini a cui si rivolge il Terzo polo. «Ci candidiamo alla guida della Regione con un progetto di ampio respiro, che dia voce ai cittadini che non si riconoscono nell’attuale bipolarismo, e che sia rivolto al domani. Vogliamo rivolgerci a quel 50% di elettori che non va più a votare perché evidentemente non si sente rappresentato».
Quindi l’affondo sulle attuali politiche regionali che, secondo Maran, non sarebbero efficaci in ottica futura. «Il Friuli Venezia Giulia - ha osservato - è sì un territorio ricco e civile, ma non basta. C’è anche una società immobile, impaurita, chiusa. Da 10 anni la regione non cresce più, la denatalità è un problema importante e i giovani se ne vanno all’estero o in altre realtà italiane. Il sogno è quello di realizzare una regione delle opportunità per i più giovani e per chi non ce la fa. I nostri sono obiettivi a medio e lungo termine, puntiamo a diventare il primo partito della Terza repubblica».
Maran ha aggiunto che la composizione delle liste «è un work in progress, non saranno costruite attorno ai consiglieri uscenti, ma saranno il più competitive possibili» e infine ha dato una stoccata al centrosinistra. «Noi dobbiamo essere indipendenti - ha concluso - dalle due forze in campo, dai populismi che occupano la scena. Ma io credo che attualmente la migliore stampella a Fedriga sia data dal centrosinistra e dalla sua deriva populista. Il centrosinistra vince in Inghilterra con Blair e non con Corbyn, negli Stati Uniti con Biden e non con l’ala radicale del partito democratico».
Il leader di Italia Viva, il deputato triestino Ettore Rosato, ha ringraziato Maran per aver accettato la sfida «che è complessa». «Siamo certi - ha dichiarato - di far valere le nostre ragioni, di spiegare il progetto ai cittadini, un progetto per un polo liberal democratico e riformatore. Il candidato è un valore aggiunto, ha esperienza di politica nazionale, mette al centro interessi collettivi e non lo scontro ideologico. Abbiamo in mente un percorso importante per il Friuli Venezia Giulia».
Giuliano Castenetto di Regione Futura ha spiegato che «abbiamo fatto un investimento politico su Maran, perchè il Paese non è bipolare. Il Friuli Venezia Giulia, di fatto, sta vivacchiando, Udine in particolare è una città che non crede nel futuro. Sappiamo che la strada è difficile, ma è una scommessa che possiamo vincere». Francesca Bonemazzi di Più Europa ha confermato «l’avvicinamento tra tutte le forze liberali della regione. Come contributo porteremo i nostri temi identitari, le libertà individuali, le libertà economiche. Fondamentale l’attrattività per trattenere i giovani, altrimenti siamo condannati al declino».
Infine Alessandro Colautti degli Alfieri per la libertà ha assicurato il massimo sostegno in campagna elettorale. —
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