Marchini tra i grandi soci della Banca di Vicenza azzerati

La società del candidato sindaco di Roma ci rimette 32,5 milioni. Il fondo Atlante interverrà anche senza l’ingresso in Borsa

UDINE. Popolare di Vicenza: è lungo l’elenco dei big che hanno perso tutto il capitale, bruciando milioni e milioni di euro.

Da Cattolica Assicurazioni alle Generali, dagli imprenditori dell’abbigliamento Ravazzolo (Confrav) a Luigi Morato, fondatore dell’omonima azienda che produce pane, dagli Amenduni alla Lujan del candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini, dalla Fondazione cassa di Risparmio di Prato ad Allianz, dal produttore di scarpe di lusso René Caovilla alla Fondazione Roi, dal produttore di salumi Luca Ferrarini all’imprenditore dell’abbigliamento Ambrogio dalla Rovere (Sinv), per finire con la stessa famiglia dell’ex presidente Gianni Zonin.

L’elenco soci estratto dalla Camera di Commercio e pubblicato sul sito de Il Sole 24 Ore contiene i nomi di tutti i grandi azionisti della Popolare di Vicenza.

Pacchetti sotto l’1% del capitale, con l’eccezione dei fratelli Ravazzolo, che registrano perdite milionarie: le azioni della BpVi hanno perso in poco più di un anno il 99,84% del loro valore, scendendo da 62,5 euro ai 10 centesimi a cui verranno vendute in questi giorni in sede di Ipo.

La perdita di Cattolica sulla quota dello 0,89% del capitale, rispetto ai 62,5 euro di un anno fa, è di circa 56 milioni, mentre i fratelli Silvano e Giancarlo Ravazzolo, che insieme hanno l’1,37%, vedono andare in fumo 92,5 milioni. L’acquisto della partecipazione - secondo quanto dichiarato da Silvano Ravazzolo nelle scorse settimane - sarebbe stata finanziata dalla banca e l’imprenditore si sarebbe già rivolto a un legale per difendersi rispetto ad eventuali richieste di rientro.

Ha perso 35 milioni Luigi Morato, poco più di quanto tocca in sorte (32,5 milioni) alla Lujan di Marchini, che però aveva nella Popolare di Vicenza - attraverso i fondi Optimum - il sottoscrittore di un’emissione di 30 milioni della società quotata Imvest di cui l’imprenditore romano è il primo azionista. Un rapporto oggetto delle attenzioni degli ispettori di Bankitalia.

Il crollo della Popolare di Vicenza “scotta” anche la famiglia Amenduni (che con Antonella, Massimo, Maurizio, Ernesto e Michele perde 73 milioni) e quella Dalla Rovere (45 milioni di perdite per Ambrogio, Giuseppe e Francesco). Nella Vicenza inciampa anche René Caovilla, perdendo poco meno di 29 milioni di euro, così come l’imprenditore dei salumi Ferrarini, che tra la sua quota personale e quella della sua Effe Energy, vede andare in fumo circa 34 milioni.

Bruciano anche i patrimoni della Fondazione Roi - affidata dal marchese mecenate Giuseppe Roi proprio all’amico Gianni Zonin, ancora presidente nonostante l’investimento nella BpVi abbia provocato una perdita di quasi 32 milioni - e quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato (-22 milioni). Perdono diversi milioni anche le Generali (22,5 milioni in proprio e 25,9 milioni con Generali Financial Holdings), Allianz (18,5 milioni), Nomura (24,5 milioni) e Banca Ifis (10,5 milioni).

La lista di 300 azionisti, con perdite comprese tra i 56 milioni di Cattolica e gli 1,5 milioni di Luciana Dalla Pozza, include anche società immobiliari e di costruzioni come Pizzarotti, Maltauro, Silvano Toti Holding, ma anche la diocesi di Vicenza che vede svanire 1,6 milioni. Paga dazio anche la famiglia Zonin, presente nell’ultima assemblea con circa 350 mila azioni (21 milioni di perdite), intestate ai suoi vari componenti e ad alcune tenute agricole.

Intanto è stato reso noto che Unicredit e Questio Sgr hanno esteso l’accordo di sub-underwriting per l’intervento del fondo Atlante nell’aumento di capitale della Banca Popolare di Vicenza «anche in caso di mancata integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale e mancata ammissione a quotazione delle azioni» in Borsa.

La formalizzazione dell’estensione della garanzia arriva dopo che la scorsa settimana Questio Sgr, gestore del fondo Atlante, aveva anticipato la sua disponibilità a sottoscrivere anche tutto l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza, rinunciando alla quotazione della banca a piazza Affari.

L’accordo è stato accompagnato dalla «corrispondente estensione degli impegni di Unicredit Spa», garante dell’aumento di capitale, «nei confronti di Banca Popolare di Vicenza».

«Si ricorda - si legge nei due comunicati - che l’impegno di sottoscrizione del Fondo Atlante opererà nei limiti dell’importo massimo di 1.500 milioni di euro e a un prezzo unitario per azione non superiore a 0,10 euro».

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