Marco, un bambino speciale: convive dalla nascita con l’autismo e in campo lo affronta a suon di gol
Ha 9 anni, abita in provincia di Pordenone e ama il calcio: ha segnato tutte e tre le reti della sua squadra nell’ultima partita disputata, nella categoria Pulcini. Il messaggio della mamma: «Sì all’inclusione, sempre»
Dribbling, gol e lezioni di logopedia. Convive dalla nascita con il disturbo dello spettro autistico e lo scorso fine settimana ha segnato tre reti in una gara di calcio categoria Pulcini, riempiendo di orgoglio la mamma che ha voluto condividere questo successo, anche sui social, sia come ammonimento sia come esempio.
L’ammonimento riguarda il fatto che la disabilità non va identificata con la persona. L’esempio è per gli scettici e più in generale per tutte le famiglie: vale sempre la pena di incoraggiare i bambini e i ragazzi, a maggior ragione se sono diversamente abili. Marco – nome di fantasia per tutelare la privacy del minore – ha 9 anni e incontra difficoltà nell’esprimersi. Abita in provincia di Pordenone e frequenta La Nostra famiglia, istituto che si occupa di persone con disabilità, siano essi bambini o adulti.
Il messaggio social della mamma è di quelli che colpiscono come un pugno allo stomaco: «I Pulcini della nostra squadra del cuore – ha scritto – hanno vinto per 3-0 perché un bambino con spettro autistico ha segnato tre gol. Quel bambino è mio figlio. Senza di lui probabilmente oggi questa partita non sarebbe stata vinta; quindi dico sì all’inclusione sempre, agli altri invece lascio l’illusione di essere migliori».
I gol sono solo un aspetto di questa vicenda, ma quello più importante è la gioia con cui il bambino gioca a calcio e condivide la vita di squadra. Lo sport, specie a quell’età, riesce a essere un veicolo importante per unire bambini e ragazzi, al di là dei limiti di ciascuno. Lo sport non è solo agonismo, è prima di tutto capacità di confrontarsi con gli altri, con le proprie qualità e le proprie difficoltà. Lo sport è imparare a rispettare gli altri: dentro e fuori dal campo.
Il piccolo ha qualità spiccate, che lo rendono unico, non solo agli occhi di chi lo ama di più: «Lui – aggiunge la mamma raggiunta telefonicamente – ha grande memoria. Conosce tutti i tipi di treni che circolano in Italia. E poi si ricorda tutte le linee ferroviarie del Paese».
Da sempre è appassionato di calcio, i fratelli hanno nel sangue altri sport. «Mio figlio ha un padre milanista e un fratello che tifa per un’altra squadra, la Roma. Eppure – conclude la mamma – lui ha deciso di tifare per il Lecce. Probabilmente è rimasto affascinato dai colori o dalla storia. Io sono originaria del Sud Italia, della Sicilia, ma non mi sarei mai aspettato di avere un figlio tifoso della squadra salentina».
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