Maria Giovanna Elmi: «Il Tarvisiano è l’unico luogo che sia riuscito a catturare il mio cuore»

La celebre annunciatrice e conduttrice: la magia della Foresta millenaria di Tarvisio e il fascino delle Alpi Giulie, qui ho scoperto il mio spazio

“Il tuo spazio è qui”, lo slogan che caratterizza la campagna promozionale del Tarvisiano, illustrata dalle splendide immagini dei laghi e della Foresta nella cornice delle Alpi Giulie, è un’affermazione che esercita una potente forza di attrazione proprio in un momento in cui, dopo tanti giorni di lockdown, è sempre più diffuso il desiderio di esplorare nuovi spazi e di ritrovare il piacere della libertà.

E questo territorio sembra creato apposta per soddisfare nel modo più completo le naturali umane esigenze; basti pensare che il Comune di Tarvisio, con poco più di 4.000 abitanti è, per estensione (204 kmq), il più grande comune del Friuli Venezia Giulia, e uno dei più grandi d’Italia. È un ampio compendio di bellezze naturali ancora incontaminate e di vasti orizzonti che superano i confini.

Io sono nata a Roma e, durante la mia infanzia e la mia adolescenza, la vacanza aveva soltanto un nome: “mare”, e aveva soltanto i colori della spiaggia, dell’acqua e del cielo. Poi, durante i dieci anni di Sereno Variabile, ho avuto la possibilità di scoprire paesaggi straordinari, non solo in Italia, ma nei quattro continenti e in tutte le latitudini dai poli all’equatore.

Ma l’unico luogo che sia riuscito ad affascinarmi e a catturare il mio cuore, è stato il Tarvisiano. Devo ammettere che al consolidamento dell’ormai indissolubile legame con queste montagne ha avuto un ruolo decisivo mio marito, Gabriele, che ha saputo condurmi per mano alla scoperta di un territorio, che sembrava voler proteggere gelosamente il segreto della propria bellezza.

La prima cosa che mi ha colpito è stata l’apparente contraddizione di un comprensorio situato nel punto d’incontro di tre nazioni, appartenenti a tre ceppi etnici diversi, slavo, tedesco e latino, dove però le popolazioni hanno sempre considerato i confini non come solchi che dividono ma come cerniere che uniscono.

Mi ha affascinato il profondo significato del motto “Senza confini” che è diventato un marchio che contraddistingue le vallate limitrofe delle tre nazioni. Ma poi ho imparato tanto altro. Ho scoperto che la via per la conquista della spiritualità è necessariamente una via in salita, una via che eleva.

Ho ritrovato, nel percorrere il dedalo dei sentieri che avvolgono le vallate, un fanciullesco stupore, quando ad ogni passo vedevo dischiudersi un mondo sempre più grande. Ho scoperto che camminare in montagna è anche un modo per far uscire la nostra intima natura e stabilire un sincero dialogo con noi stessi.

Ricordo che un giorno, salendo lungo un sentiero sopra il secondo lago di Fusine, mio marito ha ricordato una frase di Reinhold Messner che mi ha colpito: “Ho portato il mio Io sul punto più alto e ho lasciato lassù l’Io che voglio essere. Ora scendo con l’Io che sono”.

Ho capito perché i simboli della fede sono posti sulla sommità dei monti. Ho capito perché la gran parte delle favole è ambientata nei boschi. Ho capito il profondo legame che unisce la montagna alla musica. Ho capito che in montagna si va anche per ascoltare il silenzio, che è un purissimo intervallo tra suoni, in totale assenza di rumori.

Ho scoperto che salire una cima, anche non particolarmente impervia, è come leggere un libro: lo possiamo ripetere molte volte e ogni volta troviamo qualcosa di diverso e di speciale. Ho scoperto che molti sentieri che attraversano le Alpi Giulie sono dei veri e propri fil rouge che stringono con un indissolubile legame Austria, Italia e Slovenia: il percorso Alpe Adria Trail è ormai conosciuto in campo internazionale e ha richiamato escursionisti da tutto il mondo.

In sintesi sono riuscita a collegare i paesaggi con gli stati d’animo: il bosco con la felicità e la montagna con la spiritualità.

Potrei continuare a lungo, perché le scoperte si rinnovano ad ogni escursione e ad ogni incontro con i tanti esemplari di fauna che abitano questi luoghi, ma è il momento di concludere.

Non so se sono riuscita a trasmettere ai lettori l’entusiasmo che mi ha preso quando ho scoperto questo territorio, ma non è certo facile rappresentare la magia della Foresta millenaria di Tarvisio e il fascino delle Alpi Giulie, perché sono montagne che sanno rivelare compiutamente la propria segreta bellezza quando le visiti, le percorri, o meglio, come dice Julius Kugy, quando ci dormi sopra.

Forse solo così si può capire perché proprio in questo luogo incantato si continua a rinnovare il prodigio della crescita dell’abete di risonanza, che da secoli grandi liutai hanno rimodellato per restituire alle platee di tutto il mondo la purezza, la magia, l’armonia e, in sintesi, l’anima segreta delle nostre montagne. —


 

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