Maroni contro l'autonomia del Fvg, scintille con Serracchiani

Il governatore lombardo: sui profughi farei come il Friuli, a patto di avere la stessa autonomia. La presidente: per dare una mano a Comuni e prefetti non servono poteri particolari, basta la volontà
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha ricevuto, questa mattina, presso la sede dell'Azienda regionale Emergenza Urgenza (Areu), la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, in visita in Lombardia per studiare il sistema regionale del Numero unico di Emergenza (Nue) 112. Milano, 22 giugno 2015. ANSA/REGIONE LOMBARDIA..+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha ricevuto, questa mattina, presso la sede dell'Azienda regionale Emergenza Urgenza (Areu), la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, in visita in Lombardia per studiare il sistema regionale del Numero unico di Emergenza (Nue) 112. Milano, 22 giugno 2015. ANSA/REGIONE LOMBARDIA..+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

UDINE. Lui pungola sulla Specialità regionale. Lei replica, leggi alla mano e con ironia. Il botta e risposta tra i governatori della Lombardia, Roberto Maroni, e del Fvg, Debora Serracchiani, vive una nuova puntata.

Le scintille scattano sulla gestione dell’accoglienza dei profughi – tema sul quale Maroni e Serracchiani si stanno prendendo a bordate da settimane – e sull’Autonomia regionale. «Sull’immigrazione – attacca Maroni – sono disposto a fare quello che fa Serracchiani, se anche la Lombardia diventerà a statuto Speciale».

«Per dare una mano agli enti locali e all’opera di coordinamento svolta dalle prefetture non serve alcun “potere” particolare, basta la volontà degli amministratori regionali», risponde lei. Che ha già punzecchiato il leader della Lega, Matteo Salvini, e i governatori del Carroccio Maroni e Luca Zaia (Veneto), accusandoli di incapacità di governare perché si oppongono all’accoglienza di nuovi profughi.

L’occasione di ieri è data dall visita della presidente Fvg a Milano, nella sede dell’Azienda regionale emergenza urgenza (Areu), per verificare come funziona il sistema regionale lombardo del numero unico di emergenza (Nue) 112. «Un modello per tutto il resto del Paese – dirà Serracchiani a fine visita – e siamo qui per mettere a frutto anche nella nostra regione quest’esperienza, per rendere più efficiente il servizio, ottimizzare i costi e dare migliori risposte ai cittadini».

Ma al termine dell’incontro davanti ai cronisti si presenta solo Maroni. Davanti a chi gli chiede che cosa si sia detto con la presidente Fvg, e numero due del Pd nazionale, sul tema dell’immigrazione, Maroni ci mette un attimo a far scoccare una nuova scintilla.

Chiede l’Autonomia speciale Maroni. Ma Serracchiani mette in fila le regole. «Per dare una mano agli enti locali e all’opera di coordinamento svolta dalle prefetture non serve alcun “potere” particolare, basta la volontà degli amministratori regionali. Lo Statuto speciale della nostra Regione – sottolinea Serracchiani – non c’entra nulla con le competenze specifiche sulle politiche in materia di immigrazione e asilo.

Altre Regioni a Statuto ordinario si stanno impegnando a rendere meno pesante la situazione». Con un pizzico d’ironia Serracchiani rilanci: «Il Friuli Venezia Giulia è a disposizione del presidente Maroni per spiegare quello che sta facendo».

La numero due del Pd nazionale insiste poi sull’Europa, fronte sul quale è impegnato il Governo di Matteo Renzi per una gestione diversa dei profughi. «Ovviamente questo è un problema per il quale non bastano né le Regioni né l’Italia. Perciò – conclude Serracchiani – guardiamo con attenzione ai passi avanti che si stanno facendo a livello internazionale».

L’attacco alla Specialità regionale è un refrain, ripetuto da diversi presidenti di Regione – dal Veneto alla Toscana – quando c’è un problema da risolvere.

L’Autonomia viene vissuta come un privilegio, tanto che nell’ultimo anno Serracchiani è stata impegnata a ripetere che invece Specialità significa capacità di gestire in modo autonomo partite importanti, come il servizio sanitario e il trasporto pubblico – che la Regione si paga da sè –, e di coordinare gli enti locali, mettendo in atto contemporaneamente politiche che contribuiscano all’abbattimento del debito nazionale, ottimizzando le risorse. Altra battaglia, poi, è far capire che non tutte le Regioni speciali sono uguali.

L’assalto alla Specialità viene anche da Roma, tanto che all’interno della riforma del titolo V della Costituzione, il Fvg si è battuto per ottenere il riconoscimento del principio del cosiddetto “regime pattizio”, la garanzia quindi che gli Statuti speciali possano essere modificati solo con un’intesa tra lo Stato e la singola Regione.

Nei giorni scorsi durante un vertice tra il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa e i rappresentanti delle Regioni Autonome, è stato stabilita la costituzione di una commissione Stato-Regioni a Statuto speciale che come primo impegno dovrà definire una procedura comune per disciplinare il “regime pattizio”.

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