Marsilio si difende: "Nessun sotterfugio nè incompatibilità"

Il dem scrive ai colleghi che mercoledì valuteranno il suo caso. La giunta delle elezioni non rimanderà la vicenda all’Aula

UDINE. Non c’è suspense, non dal punto di vista tecnico. Perché dalla giunta delle elezioni è probabile che non esca alcuna richiesta al Consiglio di valutare un’eventuale incompatibilità. Il “verdetto” tecnico per i consiglieri regionali del Pd Enzo Marsilio e Enio Agnola, appare dunque scontato.

Perché se è vero che sono stati contemporaneamente esponenti della Regione e presidenti di cooperative, che hanno attinto ai finanziamenti regionali per l’Albergo diffuso, è anche vero che quella incompatibilità hanno rimosso, dimettendosi dalle coop. Difficile, quindi, immaginare che la giunta delle elezioni – che si riunisce domani – possa chiedere all’Assemblea Fvg di valutare la loro incompatibilità.

Che non c’è più. Gli uffici valuteranno i documenti, compresa la relazione che Marsilio ha preparato sul suo caso, cinque pagine in cui il consigliere carnico spiega che a suo avviso incompatibilità o conflitto non ci sono mai stati. Quella però è la parte tecnica.

Le questioni politiche (sollevate dal centrodestra e dal M5s) e di opportunità – tanto cara alla presidente Fvg Debora Serracchiani – restano spalancate. Così come procederanno lungo altri binari la Corte dei conti e la Procura della Repubblica, magistrati cui spetterà il compito di valutare se siano o no stati commessi reati, Procure cui gli stessi uffici regionali si sono rivolti inviando una segnalazione.

Salvo sorprese, che oggi non sono all’orizzonte, i casi di Marsilio e Agnola non saranno sottoposti al voto del Consiglio. Soprattutto se i funzionari valuteranno come esaurienti le considerazioni illustrate dai due. Marsilio di certo non ha dubbi. «È fatto notorio all’amministrazione regionale che, fin dal 2009, sono stato presidente del Cda della cooperativa “Borgo Soandri Scarl” di Sutrio.

Sottolineo fatto notorio perché – ha scritto il consigliere regionale carnico –, fin dal mio insediamento ho sempre, anche nella precedente legislatura regionale, pubblicamente partecipato, quale legale rappresentante della coop, a incontri, convegni, manifestazioni pubbliche organizzate dalle amministrazioni regionali succedutesi, rapportandomi con i funzionari regionali per ogni incombente. Quindi non vi è stato né vi è alcun sotterfugio ma, per contro, massima trasparenza nel mio operare».

Poi Marsilio argomenta l’assenza, a suo dire, di incompatibilità o conflitti. Richiama leggi regionali e sentenze della Cassazione per spiegare che l’incompatibilità riguarda chi ricopre ruoli in associazioni, enti, società e imprese, che ricevono sovvenzioni dalla Regione in via continuativa, e coloro che ricoprono incarichi in enti, istituti, agenzie o aziende soggetti alla vigilanza della Regione.

La legge quindi non contempla le cooperative, per le loro finalità mutualistiche. Marsilio ripete di non aver mai percepito stipendi nella coop, nè altri benefici diretti o indiretti.

E spiega che i contributi a “Borgo Soandri Scarl” sono stati assegnati in base a graduatorie redatte dagli uffici regionali. «Quindi – scrive Marsilio – nessun tipo di sovvenzione facoltativa, ma la partecipazione, in modo paritario e trasparente, a bandi di gara disciplinati dalla legge e da regolamenti, sottoposti al vaglio di natura tecnica, senza alcun carattere di discrezionalità politica o amministrativa».

Il consigliere afferma poi di aver comunque ritenuto opportuno dimettersi dalla guida della coop, il 28 maggio. Quindi Marsilio scrive l’appello finale alla giunta delle elezioni.

«Chiarito che, sulla scorta del disposto normativo, della conforme interpretazione data dagli uffici regionali, dell’assoluta trasparenza e buona fede di ogni mio comportamento, dell’assoluta carenza di discrezionalità nell’erogazione dei contributi alla coop, non sussisteva né sussiste – conclude Marsilio – alcuna ragione di incompatibilità o conflitto, sono a chiedere che la giunta voglia accertare definitivamente un tanto, anche nel merito, a tutela della mia onorabilità di consigliere regionale».

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