Martina: "Sì alla Doc unica del Friuli"

Dal ministro appoggio al progetto regionale per il vino. Confermato anche il no al mais Ogm

UDINE. Il percorso intrapreso dal Fvg per la creazione di una Doc unica regionale nel settore vinicolo incassa l’appoggio del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina che ieri ne ha parlato con l’assessore regionale Cristiano Shaurli a margine del forum “Food East” a Udine.

«La Regione sa bene – ha spiegato il ministro – come il Governo sia disposto ad accompagnare il Fvg in questo processo e ad approfondire ogni scenario possibile. Il nostro dovere è di provare a consolidare esperienze avanzate, come quella di questo territorio, che vanno supportate e appoggiate con convinzione».

Forte del sostegno di oltre mille 700 viticoltori e vinificatori, il Comitato promotore a maggio ha completato la documentazione necessaria per la costituzione della nuova Doc – che verrà chiamata Friuli o Friuli Venezia Giulia – trasmettendola agli uffici regionali per l’inoltro al ministero.

Il fascicolo ora si trova a Roma dove gli uomini del ministero, una volta verificata la documentazione, provvederanno prima a convocare in Regione una riunione di pubblico accertamento con i soggetti interessati e poi a trasmettere la documentazione alla Commissione europea per l’ottenimento della protezione comunitaria.

«Finalmente i produttori di tutto il Fvg che opereranno secondo i dettami del disciplinare di produzione – ha commentato Shaurli – potranno commercializzare, promuovere e valorizzare il proprio vino sotto questa denominazione».

Martina, dunque, apre alla Doc regionale, ma chiude completamente la porta all’utilizzo degli Ogm, al pari di quanto previsto dalla normativa del Fvg che ne vieta la semina. «La posizione del Governo è chiara – ha detto -: siamo per la conferma del divieto di coltivazione in campo.

Il modello agricolo italiano ha bisogno di investire le proprie risorse in altri modi. La nostra competitività si basa sulla qualità dei prodotti e sulla distintività, non sull’omologazione delle colture».

Una posizione, questa, condivisa in tutto e per tutto da Shaurli che si tiene sulla stessa lunghezza d’onda del predecessore Sergio Bolzonello. «La nostra è stata, è e continuerà a essere, prima di tutto una scelta di politica agricola – ha chiarito – perché il Fvg non ha alcun interesse a puntare su una sola coltura, quella del mais, che diventerebbe massificante e trasformerebbe un territorio che fa della qualità, della trasparenza e della diversificazione, la propria stella polare.

Non è un caso che questa Regione sia stata tra le prime in Italia a dotarsi di una normativa precisa in materia e l’appoggio del ministro Martina non fa altro che confermare la bontà della scelta». Questo, però, non significa che l’agricoltura friulana non debba aprirsi all’innovazione e alle nuove tecnologie.

«Se abbiamo organizzato a Udine un convegno di questo tenore inserito all’interno dell’Expo – ha concluso l’assessore – significa che abbiamo le idee chiare e che siamo consapevoli di come le sfide della contemporaneità e del mercato globale si affrontino e si vincano utilizzando con intelligenza anche le innovazioni della scienza e della tecnologia».

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