Martines e Fontanini, il rebus delle deleghe e delle quote rosa

I candidati, sullo sfondo della campagna, progettano le squadre. Si punta a trovare un equilibrio tra le preferenze e le competenze
Udine 30 Aprile 2018. Elezioni Comunali. Al ballottaggio Martinese e Fontanini. Foto Petrussi
Udine 30 Aprile 2018. Elezioni Comunali. Al ballottaggio Martinese e Fontanini. Foto Petrussi

In attesa di sapere chi, tra Martines e Fontanini, diventerà il nuovo sindaco di Udine, i due candidati, sullo sfondo degli ultimi giorni di campagna elettorale, sono alle prese con il toto giunta.

Tanti i nomi sul tavolo dei due candidati che devono affrontare problemi diversi. Da una parte il centrosinistra ha fatto il pieno di preferenze e quindi Vincenzo Martines si trova di fronte a molte scelte “obbligate”. Difficile, se non impossibile, immaginare per esempio che possa restare fuori dalla giunta l’assessore Alessandro Venanzi primo nella storia a superare quota mille preferenze (anche se da quest’anno è stata introdotta la possibilità di votare un uomo e una donna) e lo stesso vale per Federico Pirone il cui nome è stato scritto da 656 udinesi. In pole position per quanto riguarda il Pd ci sono anche l’assessore Cinzia Del Torre (368), le consigliere Monica Paviotti (358) ed Eleonora Meloni (313), il vicesindaco Carlo Giacomello (262) che però potrebbe anche decidere di privilegiare la sua attività e Sara Rosso (239). Per quanto riguarda Progetto Innovare dietro a Pirone ci sarebbe Simona Liguori (351) che però è stata eletta anche in Regione e quindi nella squadra di Martines dovrebbe giocare titolare Antonella Nonino (301), un altro assessore uscente. Martines quasi sicuramente cercherà di trovare il giusto equilibrio tra la volontà di dare un segnale di discontinuità rispetto al passato e quella di ascoltare il volere degli udinesi che hanno inequivocabilmente premiato la giunta Honsell. Facile immaginare quindi che accanto a siAmo Udine (Alessadro Talotti è il nome forte insieme ai più votati Lorenzo Patti e Riccardo Salvatore Rizza) e a Sinistraperta che però ha portato a casa un solo consigliere, ci sarà spazio per degli esterni. «Fare valutazioni adesso è prematuro, quello che posso dire è che chiederò a tutte le liste di farmi una rosa di nomi tra i quali scegliere con l’obiettivo di creare il miglior gruppo possibile», dice Martines.

Problemi diversi per Pietro Fontanini che è sicuramente più libero di Martines, ma dovrà risolvere il nodo quote rosa perché in giunta ci devono essere almeno 4 rappresentanti del genere femminile. E nel centrodestra sono state poche le donne che hanno fatto il pieno di preferenze. In Forza Italia, l’ex assessore del primo Honsell, Giovanni Barillari con le sue 475 preferenze punta a fare il vicesindaco e in giunta dovrebbe entrare almeno un altro azzurro tra Enrico Berti (171) e l’ex assessore provinciale Fabrizio Cigolot (167). Tutti uomini anche in Identità civica con i consiglieri comunali Loris Michelini (296) e Antonio Falcone (185) pronti a fare gli assessori mentre in Autonomia responsabile scalpita il consigliere Paolo Pizzocaro e pure il più votato di Fratelli d’Italia (Luca Onorio Vidoni) è un uomo. E Fontanini, nonostante il risultato non eccezionale di Fdi (un consigliere frutto del 2,45%), è intenzionato a dare a tutte le forze una rappresentanza in giunta.

Per far quadrare i conti quindi serviranno tante donne della Lega. Escludendo il neo senatore Mario Pittoni (171) che comunque sembra deciso a restare in consiglio nonostante l’incarico romano, tra i più votati ci sono Maurizio Franz (142), l’unico sicuro di entrare in giunta e poi Andrea Cunta (101), la commercialista Francesca Laudicina (94) anche lei in pole position e poi Alessandro Ciani, Carlo Pavan, Claudia Basaldella, Lorenza Ioan, Enrico Andreucci Florio, Elisabetta Marion, Pierluigi Mezzini, Marcello Mazza e la fedelissima del presidente, l’ex assessore provinciale Asia Battaglia che, forte anche della sua esperienza, sembra avere la strada spianata verso la giunta. E attenzione anche a Stefano Salmé.

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