Mascherine, solo una su tre supera il test di Arpa e Università di Udine

UDINE. Solo un numero limitato di campioni di mascherine sottoposte alle verifiche risulta possedere i requisiti necessari "per perseguire un percorso di validazione e conseguente certificazione come materiale chirurgico certificato". Lo rilevano l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) e l’Università di Udine, che nei giorni scorsi hanno concluso il servizio straordinario di verifica funzionale dei materiali destinati alla produzione di mascherine chirurgiche e ad uso della popolazione.
Pur garantendo il supporto tecnico alla Protezione civile regionale in caso di necessità, Arpa e ateneo hanno deciso di sospendere i test sui campioni di dispositivi di protezione, essendo nei fatti superata la fase di emergenza.
Come noto, Arpa e Università di Udine hanno avviato il 14 aprile un servizio di test funzionali sui materiali filtranti destinati alla produzione di mascherine protettive, da sottoporre alla validazione da parte dell’Istituto superiore di sanità per uso medico o da immettere in commercio prive del marchio Ce in conformità alle richieste della Protezione Civile Regionale, al fine di fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid-19 (art. 15 e art. 16 del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020).
Dalla data di avvio del protocollo operativo sono stati consegnati circa un centinaio di campioni realizzati utilizzando materiali di vario tipo e provenienti in gran parte dal territorio regionale.
Le analisi, eseguite gratuitamente, prevedevano la valutazione della respirabilità, dell’efficienza di filtrazione e della pulizia microbica. I risultati ottenuti hanno consentito di confermare che i materiali più adatti per la fabbricazione di mascherine filtranti sono quelli già individuati dall’elaborato dal Politecnico di Milano (Nota tecnica v 5.0 del 04/05/2020), come ad esempio quelli preparati con un adeguato contenuto di Tnt di meltblown, in strato singolo oppure come somma di più strati (ridotto strato di meltblown e spunbond).
"Gli esiti dei test eseguiti fino ad ora - spiega l'Arpa - indicano che un numero limitato di campioni risulta possedere i requisiti necessari per perseguire un percorso di validazione e conseguente certificazione come materiale chirurgico certificato presso gli enti preposti".
In particolare, il 67% dei campioni ha dimostrato una efficienza di filtrazione per particelle ≤ 1 micrometro più bassa rispetto al campione di controllo, mentre il 38% ha presentato un valore di pressione differenziale superiore a 60 Pa/cm2.
"Buone sono risultate le prestazioni per la rimozione di particelle con diametro maggiore di 5 micrometri, requisito, si ricorda, richiesto dalla Protezione Civile regionale per la fornitura di mascherine a favore della popolazione", conclude l'Arpa.
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