Massaggi a luci rosse a 20 euro, condannata

Diciotto mesi alla donna che, secondo l’accusa, gestiva un giro di prostituzione al Centro benessere Corea
Venti euro per ogni massaggio “speciale”. Era il prezzo pagato dai clienti del Centro benessere Corea per ottenere una prestazione sessuale.


Secondo gli inquirenti il giro di prostituzione nell’esercizio commerciale pordenonese era gestito da una donna, Xu Xiaoqin, 39 anni, di nazionalità cinese.


Ieri il tribunale collegiale di Pordenone l’ha condannata in contumacia a un anno e sei mesi di reclusione e a 300 euro di multa per la violazione della Legge Merlin.


Il collegio di giudici, presieduto da Eugenio Pergola, ha concesso all’imputata il beneficio della sospensione condizionale della pena.


La 39enne cinese, difesa d’ufficio dall’avvocato Antonella Salvador, è sparita da tempo senza lasciare traccia, dopo aver eletto domicilio dal legale. L’imputata, peraltro, non è sottoposta ad alcuna misura cautelare.


Secondo l’accusa Xu ha tollerato all’interno del centro benessere la presenza di diverse ragazze che oltre a praticare massaggi offrivano prestazioni sessuali a pagamento. Xu Xiaoqin era accusata anche di aver favorito e sfruttato la prostituzione.


Grazie a filmati ripresi di nascosto all’interno del centro benessere e ad altri accertamenti investigativi, la polizia giudiziaria è riuscita a raccogliere le prove del giro di prostituzione al centro benessere Corea.


Stando al capo di imputazione il giro d’affari a luci rosse è andato avanti dall’aprile 2013 fino al 29 ottobre dello stesso anno. In particolare nel mese di giugno di quello stesso anno gli inquirenti hanno documentato le prestazioni sessuali a pagamento offerte da una delle ragazze del centro nei confronti di almeno sette clienti. Massaggio erotico e poi bagno, il tutto alla modica cifra di 20 euro.


Era Hu Xiaoqin, secondo la ricostruzione della Procura, a ricevere i clienti nel suo esercizio e a farli incontrare poi con una delle sue ragazze, indicata come parte offesa nel procedimento.


Dalle indagini è emerso anche che i clienti versavano alla tenutaria del locale il compenso per le prestazioni sessuali ricevute.


La posizione di Xu Xiaoqin era stata stralciata da un’inchiesta più ampia che aveva coinvolto altri gestori di centri massaggi cinesi (assolti l’anno scorso perché il fatto non sussiste dal giudice per le indagini preliminari Piera Binotto).
(i.p.)


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