Mattarella presidente: la scelta rassicurante di una politica debole
Molti italiani si sentiranno ora rinfrancati. Resta alla Presidenza della Repubblica una figura che abbiamo apprezzato e, stante le convulsioni parlamentari, è meglio così. Le alternative hanno oscillato fra l’improbabile e l’ignoto con qualche scivolata nell’inopportuno.
Sergio Mattarella è uomo di Stato, servitore rispettoso delle Istituzioni e il Friuli Venezia Giulia deve essergli grato per il suo ruolo di pacificatore lungo il confine orientale.
Dunque tutto bene? Nient’affatto. Il voto di ieri sera certifica l’inconsistenza di un raggruppamento di centrodestra, la ripresa di centralità del centrosinistra, con qualche vaghezza, e la frantumazione dei cinque stelle. Questo lo si sapeva da principio.
Su due dei protagonisti principali, Enrico Letta e Matteo Salvini, è bene puntare l’attenzione. Senza entrare mai troppo in partita e senza esserne mai escluso, Enrico Letta può rivendicare un ruolo di tessitore equilibrato che ha saputo sottrarsi al gioco dei nomi da lanciare nell’agone per bruciarli.
Il Pd ha rappresentato quell’anima governista che ben si attaglia a questa fase del partito. Dovessi metterlo in una classifica direi che Letta non va inserito fra i perdenti.
Poi c’è Matteo Salvini. Voi avete capito qual era il disegno? M’è parso che si volesse depotenziare Forza Italia, tenere testa a Giorgia Meloni, sembrare il king maker, come s’usa dire. Più modestamente, credo che Salvini sognasse di interpretare il ruolo del mazziere, nel senso di colui che distribuisce le carte.
Ci sta invece che finisca mazzuolato dentro il suo partito dove la fronda capitanata da un ministro e dai leader regionali inizia ad alzare la testa. Non è una guerra per la conquista della Lega. Si sta avviando la decostruzione metafisica della Lega, guidata dalla fazione che anela a trasformarsi in un contenitore meno Papeete-style.
Sergio Mattarella rimane al suo posto, Mario Draghi non si muove da Palazzo Chigi. I mercati e i nostri alleati nel mondo si sentiranno più sereni. Non facciamoci però troppe illusioni. Sarà un anno elettorale, con un Parlamento squassato e molte vendette da consumare.
Un altro anno, temo, senza Politica e con la staffetta Mattarella-Draghi perennemente all’orizzonte.
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