Maturità 2015, gli studenti del Marinelli: "Udine addio, vado al Politecnico"
UDINE. Scienziati, fisici, ingegneri, informatici. E medici. Magari sulle orme dell’eccellenza di Carlo Rubbia, che da quei banchi è volato alla Normale di Pisa. Chissà se tra i volti tesi e preoccupati degli studenti che attendono la quarta prova d’esame al liceo scientifico Marinelli c’è un futuro premio Nobel.
Certo, non per la Letteratura. Nessun umanista, aspirante filosofo, critico d’arte o avvocato: sono le facoltà scientifiche il naturale approdo dopo la maturità al liceo udinese che compie ormai 92 anni. La passione per l’insegnamento Desiré l’ha accantonata da tempo. «Non mi pare proprio il caso, vista la situazione della scuole in Italia e come se la passano i docenti. Ma mi sarebbe piaciuto».
Punterà a ostetricia, ama i bambini. «O anche pediatria, ma credo che non avrei la forza di vedere la sofferenza nei reparti ospedalieri».
Ci sono studenti tosti, al Marinelli. Angelo Garzitto, Giacomo Bulian e Matteo Giacomello hanno appena finito l’orale. Camicia bianca, orologio delle grandi occasioni e faccia da bravi ragazzi. Sicuri di sé, in fondo già maturi. «È andata bene», d’altra parte partivano da un voto degli scritti già elevato.
Non vogliono sentirsi chiamare secchioni, anche se hanno già in tasca il pass per iscriversi a ingegneria al Politecnico di Milano. Ci andranno tutte e tre insieme, condivideranno un appartamento in affitto e cominceranno la nuova avventura.
Udine? Il Politecnico «è più prestigioso», e poi è tempo di «cambiare aria». C’è chi ha preparato una tesina sui buchi neri, chi sui sogni. Dallo spazio a Freud. Marco il test di ingresso per entrare alla facoltà di Ingegneria al Politecnico di Torino l’ha già fatto addirittura in quarta liceo.
Eh sì, «l’ho passato al primo colpo, c’era la possibilità di farlo prima della quinta e l’ho presa al volo. È la mia strada, spero di lavorare in qualche multinazionale importante, magari anche all’estero, un’opportunità che offrono le università più quotate».
Se dovesse andare male il test per Medicina a settembre, Sara allora proverà con l’economia. Ma alla Bocconi, perché gli sbocchi lavorativi «sono migliori rispetto a qui».
All’esclusivo ateneo milanese ci andrà anche la bella Arianna, camicetta azzurra e All Star ai piedi, raggiungerà delle amiche ex Marinelli che già vivono lì. Elias, massimo dei voti, «è un geniaccio» dicono i compagni, raggiungerà il fratello a Londra quest’estate, e ha già fatto l’application per entrare al college a studiare da manager. Nessuno di loro intraprenderà la strada umanistica.
Non potrebbe essere altrimenti, dopo che ai corsi di orientamento hanno visto che le facoltà tradizionali sono nel gradino più basso nella scala che fotografa gli occupati dopo gli studi. Addio lettere e filosofia, e pure giurisprudenza. Lettere «è una condanna alla disoccupazione, e iscriversi sarebbe un autogol». Lo stesso vale per legge, lo sanno anche i liceali che ci sono troppi avvocati. «Com’era quel calcolo? Ce ne sono più a Milano che in tutta la Francia?».
Ovunque scelgano di andare, questo è certo, lo faranno da protagonisti. «Questa scuola ti prepara ad affrontare le sfide di ogni corso di laurea. Se tornassi indietro sceglierei mille volte ancora il Marinelli».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto