Maturità, i dirigenti scolastici di Pordenone: «Un esame semplificato ma la didattica a distanza ha fatto faticare i ragazzi»

PORDENONE. Risultati dell’esame di Stato 2020 nelle 13 superiori statali in Friuli Occidentale al centro dell’analisi dei dirigenti scolastici: l’impennata dei diplomi a quota cento centesimi va a fisarmonica, rispetto all’edizione 2019. In dettaglio gli esempi: non cambiano nel biennio 2029-2020 i numeri dei diplomi a due zeri all’Isis ex Pertini (ora Mattiussi-Pertini) a Pordenone, sono invece triplicati i “centini” 2020 all’Isis Marchesini a Sacile. Numeri in aumento anche nei licei Leopardi-Majorana, Grigoletti, Le Filandiere a San Vito al Tagliamento e Isis Sarpi, come ai licei Pujati a Sacile e Galvani a Cordenons.
«La sola prova orale e i commissari tutti interni hanno favorito i candidati nel raggiungere gli alti traguardi – ha confermato la dirigente Teresa Tassan Viol al Leopardi-Majorana, nonchè rappresentante di vertice dell’Associazione nazionale preside – . Negli anni precedenti invece potevano essere messi a rischio i punteggi dalle valutazioni delle prove scritte, soprattutto nella seconda. In tutte le scuole nazionali si assiste all’aumento dei punteggi di eccellenza».
Si allinea alla valutazione la dirigente Laura Borin nell’Isis Kennedy dove i “centini” sono 13: un raddoppio rispetto al 2019. Stessa valutazione del dirigente Vincenzo Tinaglia all’Isis Sarpi: «Da tre diplomi di eccellenza nel 2019 si va oltre il raddoppio nel 2020: la formula dell’esame è semplificata, ma i nostri studenti hanno vinto la sfida di un anno scolastico particolarmente complesso». Il riferimento è ovviamente alla didattica a distanza.
«Nel 2019 su 150 studenti all’esame di Stato abbiamo avuto 13 eccellenze con tre lodi – sottolinea la dirigente Carla Bianchi, che gestisce “Le Filandiere” – mentre quest’anno su 130 studenti ci sono 25 “centini”, di cui cinque con lode. È stato modificato il peso del credito nel triennio, che ha invertito la situazione precedente: non dimentichiamo poi che quest'anno è stato modificato il peso del credito accumulato nel triennio, che ha invertito la situazione precedente. Dal 40% di incidenza sul voto finale al 60%, mentre gli scorsi anni era il contrario. I nostri allievi hanno lavorato con grande impegno nel periodo del lockdown, nella didattica a distanza, sono stati giustamente premiati per il percorso dell’intero quinquennio e sono per noi motivo di soddisfazione e orgoglio».
Il dirigente Piervincenzo Di Terlizzi tira la riga tra due annate diverse: «Ragazzi e professori sono tornati a scuola dopo mesi in un contesto d’esame per niente facile, per nessuno. I candidati nella commissione che ho presieduto hanno dimostrato tutti una seria preparazione». Si dissociano altri dirigenti sul fattore “buonista” della maturità. «Non ho notato l’impennata di eccellenze annuali, rispetto al 2019 nella commissione liceale classica – ha detto il dirigente Aldo Mattera – . È invece aumentata la fascia media dei punteggi». Il dirigente Giovanni Dalla Torre allo Zanussi sottolinea: «Tutti ammessi d’ufficio all’esame ed è mancata la selezione». Il dirigente Enrico Quattrin è chiaro al Galvani: «Nessun record: siamo in linea con le migliori annate». E lo spiega. «Dall’analisi dei dati storici, il voto medio, che negli ultimi 10 anni si assesta attorno al 76, quest’anno è di 79 centesimi – ha concluso Quattrin – . Segno che l’esame ha garantito risultati lievemente migliori. Ma questi risultati non sono il frutto di una facilitazione dell’esame, anzi per i maturandi questo è stato un anno di grande fatica». —
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