Maxi-parcella per sbloccare l’A4, l’ira di de Eccher al telefonino

UDINE. Claudio de Eccher non è l’imprenditore dei maxi-cantieri in Italia e all’estero. Non nel momento in cui vede la parcella dell’avvocato romano, e professore, Andrea Gemma. Una fattura di lusso, da 650 mila euro. Deve aver pensato a un errore, di certo è trasecolato.
E molto arrabbiato Claudio de Eccher telefona al suo amico Francesco “Frank” Cavallo, imprenditore milanese arrestato un mese fa perché coinvolto nell’inchiesta fiorentina sul “sistema” di tangenti per le Grandi opere. L’inchiesta ha portato alle dimissioni l’ex ministro Maurizio Lupi che di Cavallo è molto amico. Sul “sistema” spuntano nuove intercettazioni, pubblicate oggi sul settimanale L’Espresso. E nel mare magnum delle conversazioni al telefono o via e-mail, passano anche quelle che riguardano il colosso delle costruzioni, la friulana Rizzani de Eccher, senza che siano indagati nè Marco nè Claudio de Eccher – che guidano il Gruppo.
Il caso risale allo scorso anno. A luglio la Prefettura di Udine, su indicazione della Dia nazionale – Direzione investigativa antimafia –, emette un’interdittiva antimafia nei confronti dell’impresa, provvedimento preventivo che serve a evitare il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività imprenditoriale quando ci siano rapporti in corso con la pubblica amministrazione. Il risultato è che a Rizzani de Eccher, impegnata nella realizzazione della terza corsia A4, viene congelato il contratto, da poco meno di 300 milioni.
L’impresa non sta certo a guardare, stringe tra i denti l’aggiudicazione dell’appalto perché non ha alcuna intenzione di rinunciare alla terza corsia e avvia la battaglia legale. È luglio e l’impresa sceglie uno dei principi del Foro più quotati, Gemma, vicinissimo al ministro dell’Interno Angelino Alfano e amico di Angelo Clarizia, altro avvocato di fama. Gemma e Clarizia sono professionalmente inseparabili. Claudio de Eccher confida a Cavallo di aver affidato a Gemma il compito di uscire dal guaio-interdittiva.
E Cavallo che fa? Chiama Gemma. «Professore, volevo dirti che hai nelle mani le palle di Claudio de Eccher», ride l’imprenditore milanese e non sa d’essere intercettato. «Frank – è la risposta dell’avvocato-professore –, io ti ringrazio della tua raccomandazione affettuosa, del tuo, come dire, consiglio... Perché noi non ci conosciamo tanto bene – aggiunge Gemma nella telefonata con Cavallo –, ma ho sempre trovato in te un atteggiamento di grande benevolenza, simpatia, disponibilità nei miei confronti».
È avvocato di talento Gemma. Lui prepara il ricorso al Tar del Fvg – tribunale amministrativo regionale – contro l’interdittiva e i giudici a fine agosto gli danno ragione, con un “verdetto” che annulla il provvedimento prefettizio e critica scelte e lavoro investigativo. Per Gemma è un altro successo. «È una sentenza esemplare», commenterà il legale.
Ma dopo il brindisi arriva la doccia gelata. Claudio de Eccher riceve il conto. E richiama Cavallo. «Tu mi avevi detto di questo Gemma – dice l’imprenditore friulano al collega milanese –, madonna, un delinquente eh, un delinquente».
«Che cosa, che c... ti avevo detto io?» replica Cavallo mentre Claudio de Eccher ripete «delinquente». «No, tu me l’hai detto quando ormai eravamo in pista, ma una roba allucinante – insiste Claudio de Eccher –, cioè in 40 anni non ho mai visto una roba del genere». Cavallo è uomo del mestiere e chiede all’amico: «Avete già litigato per la fattura?». «Cerchiamo di non... 650 mila euro», è inferocito de Eccher. «Il problema te lo avrà risolto», replica Cavallo. «Ma ormai l’avevamo già incaricato, adesso lo risolveremo in qualche modo.. Però – aggiunge de Eccher – persona pessima eh, pessima».
Ma non è finita. La Prefettura di Udine impugna la decisione del Tar davanti al Consiglio di Stato. Altro giro, altro ricorso. Che Gemma prepara affiancato da Clarizia, tanto che in Aula saranno presenti entrambi. Non c’è nulla da fare. Anche i giudici romani di palazzo Spada danno ragione all’impresa e confermano, in toto, la sentenza del Tar, spazzando via l’interdittiva e riassegnando la terza corsia al colosso friulano. Altro trionfo, altro brindisi. Un po’ salato.
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