Maxi parco fotovoltaico nei campi di Paderno, protestano i residenti

Il nuovo impianto coprirà otto ettari all’incrocio tra via Emilia e via Pradattimis. L’assessore comunale di Udine Zini: «Entro certi limiti non serve uno specifico permesso edilizio»

Chiara Dalmasso

Erano rimasti accatastati per giorni, sorvegliati giorno e notte da un guardiano. Da qualche giorno quei pannelli fotovoltaici che giacevano in un campo agricolo a Udine nord, a pochi passi dal cimitero di Paderno, sono stati scartati e i lavori di installazione sono in corso.

A breve, all’incrocio tra via Emilia e via Pradattimis, sorgerà un nuovo parco fotovoltaico.

Le polemiche

Prima ancora che iniziassero i lavori, è esploso il malcontento di chi abita nella zona: «L’impianto deturpa il paesaggio – dice Lucio Costantini, residente a poche vie di distanza, raccogliendo le doglianze di molti residenti nel quartiere – e ci chiediamo con quale criterio sia stato scelto quel terreno».

I punti, secondo i cittadini, sono più d’uno: il parco fotovoltaico sottrarrà spazio all’agricoltura, impedirà la visuale delle montagne sullo sfondo, oltre a deprezzare le case che si stanno costruendo nella zona.

«Nessuno vorrà più venire ad abitare qui» prosegue Costantini, osservando, peraltro, come né lui né i suoi vicini siano stati interpellati in merito e nemmeno informati preventivamente dell’inizio dei lavori.

L’assessore Zini

Nulla da stupirsi, in realtà: l’impianto, che coprirà circa 8 ettari di terreno e avrà una potenza intorno ai 5 megawatt, rientra nei criteri della Procedura abilitativa semplificata (Pas).

«Entro certi limiti di potenza, non è necessario chiedere uno specifico titolo edilizio – spiega Andrea Zini, assessore comunale alla Pianificazione territoriale –, ma è sufficiente una procedura più agile, che prevede, da parte del privato, la sola presentazione del progetto e di una serie di documenti che vengono visti dai nostri uffici e, se ritenuti tecnicamente coerenti, permettono di procedere».

La discussione

Lungi dal ritenere la questione risolta, i residenti – ottenuto l’assist del sindaco De Toni, che, in risposta a una loro lettera, ha definito le Pas «un boomerang» – proseguono sulla strada della polemica.

Durante il consiglio comunale di lunedì scorso, è stato Loris Michelini di Identità civica a far emergere il tema, stimolando un confronto che ha portato l’assessore Zini a promettere che porterà in Commissione Territorio e Ambiente «una discussione sullo stato delle normative a livello regionale».

Già, perché l’ente locale di per sé non ha molta voce in capitolo.

La normativa

Sulla base di un decreto ministeriale della scorsa estate (lo stesso che detta gli obiettivi di potenza rinnovabile da raggiungere entro il 2030) spetterebbe alle regioni l’onere di individuare le aree idonee a ospitare i pannelli, con il suggerimento di utilizzare prevalentemente edifici, parcheggi e capannoni, sia dismessi sia in uso, e con una gerarchia di priorità che antepone tetti e pertinenze autostradali ai campi agricoli.

A novembre, però, tale decreto è stato temporaneamente sospeso dal Consiglio di Stato, per motivi di incongruenza con un precedente decreto del 2021, generando un vuoto normativo che al momento non è stato colmato e rende l’argomento molto confuso.

L’accusa di Europa Verde

«Siamo tendenzialmente favorevoli a questo tipo di interventi – dichiara Claudio Vicentini, co-portavoce regionale di Europa Verde –, ma ora è troppo. Il parco di Paderno è l’ennesimo graffio inferto al territorio a causa di una Regione che non c’è. E pure da parte del Comune, ci aspettavamo una presa di posizione più netta».

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