Medici a lezione per difendersi dai violenti

L’ordine di Udine organizza il primo corso a livello nazionale. Rocco: «Vogliamo evitare aggressioni sul posto di lavoro»

L’Ordine dei medici di Udine scende in campo contro la violenza e organizza il primo corso per prevenire le aggressioni sul posto di lavoro.

Dopo l’ennesimo episodio di violenza ai danni di un equipaggio del 118, verificatosi a Napoli, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha inserito l’argomento tra le priorità e l’Ordine dei medici (Omceo) di Udine, ha risposto con il corso Ecm, dal titolo “Aggressioni sul posto di lavoro: come riconoscerle per prevenirle”, che avrà luogo il 29 giugno nella sede di via Diaz 30. I posti disponibili sono 40, ma l’Omceo è pronta a ripetere l’iniziativa nel caso in cui dovessero esserci molte richieste.

L’iniziativa è destinata in particolare ai camici bianchi che si trovano coinvolti in prima linea: quelli della continuità assistenziale, del pronto soccorso e i medici di medicina generale, cui saranno forniti gli strumenti per comprendere le dinamiche alla base degli atteggiamenti e dei comportamenti aggressivi, per conoscere il proprio stile comunicativo e per approdare a modi funzionali nell’affrontare le situazioni di conflitto, evitando così di essere travolti dall’emozione trovando soluzioni negoziali efficaci.

Non si tratterà quindi di un corso di autodifesa ma, spiega il presidente dell’Ordine Maurizio Rocco, «di un corso per riconoscere e gestire situazioni potenzialmente pericolose per evitare che si arrivi alla violenza». Il corso di formazione vedrà come docente Vito Cortese, medico chirurgo specialista in Anestesia e rianimazione che, precisa Rocco, «è un esperto psicoterapeuta che ha approfondito i temi legati alla comunicazione tra medico e paziente. Non dobbiamo dimenticare che molte volte abbiamo a che fare con persone che possono essere disperate e saperle “prendere” per il verso giusto è fondamentale».

Meno di due mesi fa Rocco aveva lanciato l’ennesimo allarme sulle aggressioni che subiscono le guardie mediche. Spesso gli ambulatori sono situati in luoghi isolati e le guardie mediche, generalmente giovani, si trovano a fronteggiare i raptus dei pazienti aggressivi. Ai camici bianchi troppe volte capita di dover chiedere aiuto perché non riescono a calmare le persone che stanno visitando. A Pordenone è stata avviata una collaborazione con gli alpini e Rocco, non esclude di importare proprio quel modello di collaborazione anche a Udine. L’Ordine dei medici del capoluogo friulano, oltre al corso, studia quindi con attenzione il protocollo sperimentale siglato dall’Ana della Destra Tagliamento con l’Azienda per l’assistenza sanitaria 5 “Friuli occidentale”. Quell’accordo prevede la presenza negli ambulatori, nelle ore notturne, delle penne nere che potranno anche accompagnare i medici nel caso di visite a domicilio.

«Il problema esiste – aveva precisato Rocco –, i medici sono soli e soprattutto le dottoresse sono spesso costrette ad affrontare situazioni problematiche». Pazienti aggressivi che hanno già aggredito, anche solo verbalmente, i sanitari. Nonostante le denunce si siano susseguite nel tempo, non esiste ancora una ricetta per evitare spiacevoli situazioni. Una prima risposta arriverà dal corso. Se poi effettivamente il modello Pordenone sbarcherà a Udine, l’Ordine dei medici farà un censimento per valutare dove e come utilizzare gli alpini negli ambulatori delle guardie mediche in Friuli a cominciare da quelli più isolati come per esempio l’ambulatorio di Tarcento. E sempre a Tarcento, a febbraio un paziente particolarmente agitato si è scagliato contro il medico e gli infermieri. «Da noi fortunatamente si tratta di episodi marginali ma - conclude Rocco - dobbiamo mettere tutti nelle condizioni di lavorare con serenità fornendogli i supporti necessari».

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