Medici abilitati il giorno della laurea: «Studio e tirocini in pieno lockdown»

UDINE. Hanno affrontato la lunga maratona della laurea in Medicina con passione e determinazione. Non si sono arresi neppure durante l’ultimo, faticoso, chilometro. Quando, a pochi passi dal traguardo, hanno affrontato in pieno lockdown anche i tirocini formativi che da quest’anno fanno parte del corso di laurea. Un orgoglio doppio, quello della corona d’alloro che Luca Raccampo, 26 anni, Luisa Moretti, 25 anni, e Silvia Bertolo, 26 anni, hanno indossato lo scorso 23 luglio a Udine: oltre ad essere dottori in Medicina e chirurgia, sono stati anche tra i primi ad essere abilitati alla professione medica. Un trampolino che li porta direttamente verso l’esame di specializzazione.
La novità
«Quella che abbiamo conseguito noi è la cosiddetta “laurea abilitante” – spiega Luca, 26 anni, di Pordenone – che permette di accedere in modo diretto all’esame di specializzazione. Una novità che è stata introdotta quest’anno». Luca, Luisa e Silvia sono stati tra i pionieri di questo nuovo modo di affacciarsi alla professione medica. Uno snellimento delle procedure che uniforma i professionisti della sanità al resto dell’Europa. Mentre prima i tre mesi di tirocinio venivano svolti dopo la laurea per poi sostenere un esame ministeriale, ora l’esperienza pratica viene inserita all’interno del percorso di laurea in modo che i dottori in Medicina siano da subito abilitati alla professione. Per chi, come Luca, Luisa e Silvia, si laurea nella prima sessione utile, questo significa poter tentare subito il test per poter accedere alla specializzazione invece di dover aspettare un intero anno, come spesso accadeva prima.
La pratica
Una novità accolta con favore dagli studenti ma che per i laureati di questa sessione ha avuto un prezzo da pagare. «I prossimi anni questi tirocini verranno spalmati nel tempo mentre noi, dopo l’entrata in vigore della norma l’8 marzo, abbiamo dovuto “incastrare” tutto. Abbiamo iniziato i nostri tirocini dopo Pasqua – spiegano Luca e Luisa, che hanno festeggiato insieme il giorno della laurea come compagni di studi e soprattutto di vita – completando la pratica in ospedali Covid-free e dal medico di base. Ma non stato facile. In quel periodo la c’era molta tensione nell’aria: noi eravamo controllati con tamponi, il rischio era minimo perché il nostro non era un ospedale Covid, ma non potevamo tornare a casa nei fine settimana. E nel frattempo dovevamo studiare, visto che per laurearci a luglio abbiamo dato l’ultimo esame il 25 giugno». Un tour de force che in pochi hanno superato: su 130 corsisti, nella prima sessione utile si sono laureati in 10. Una cerimonia “in presenza” dopo le lauree telematiche dei mesi precedenti.
Il grande giorno
«Sono stati mesi faticosi e impegnativi, non lo nego – spiega Silvia Bertolo, di San Vito al Tagliamento – anche perché, per tenere al sicuro i miei familiari, li ho passati lontani da casa condividendoli con Luisa, che è stata la mia coinquilina a Udine. Ci siamo spronate l’un l’altra laureandoci entrambe con 110 e lode. Purtroppo il giorno della laurea erano ammessi alla proclamazione solo quattro tra familiari e amici e io, come è successo anche ad altri, ho dovuto fare delle scelte». Una decisione difficile, quella di selezionare tra affetti ugualmente cari chi poteva entrare in aula e chi doveva stare fuori. Per gli altri, però, una diretta video ha aiutato ad essere presenti. «Nonostante tutto, è stato un giorno molto emozionante» aggiunge Silvia.
Il futuro
Per Silvia, Luca e Luisa, però, non sarà un’estate di riposo. «Ora ci aspetta l’esame di specializzazione» spiega Luca Raccampo, di Pordenone. Ha conosciuto Luisa, di Annone Veneto, sui banchi dell’università e ha condiviso con lei anche un anno di erasmus a Murcia. Esperienze che non hanno rallentato il loro percorso di studi, completato perfettamente in tempo. Ora, però, si dovranno rimettere a studiare. «Il test è il 22 settembre – spiega Luca – e rispetto agli anni scorsi il rischio è che ci sia un “imbuto”: i posti in Italia sono circa 14 mila ma il numero dei laureati risulta in proporzione maggiore per effetto della laurea abilitante che ha permesso a chi si è laureato come noi di accedere direttamente all’esame».
I posti sono stati aumentati ma la sfida resta comunque difficile. I giovani medici, però, non hanno intenzione di tirarsi indietro. Per Luca, laureato con 107 portando una tesi in Chirurgia generale e chirurgia plastica dal titolo “L’addominoplastica associata alla laparoplastica secondo Rives-Stoppà: indicazioni e revisione della nostra esperienza», l’obiettivo è la specializzazione in chirurgia. Anche Luisa, che ha portato la tesi “La riscoperta delle protesi lisce in epoca di Bia-Alcl: impatto nelle protesi lisce nella nostra casistica clinica», punta a continuare il suo percorso come chirurgo. Silvia, un passato da sportiva professionista, dopo qualche giorno di relax si rimetterà sui libri per mettere a frutto la sua tesi “Prevalenza e fattori prognostici del reverse remodeling ventricolare sinistro “tardivo” nella cardiomiopatia dilatativa». Punta alla specializzazione in cardiologia, con un occhio di riguardo per i piccoli pazienti: «Sogno di andare in Africa come volontaria – spiega – e spero davvero di poterlo realizzare».
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