Medio Friuli e Pordenonese: cimici ovunque, è un’invasione
Residenti barricati in casa, migliaia di insetti uccisi «ma entrano dappertutto, l’Ersa ci aiuti»

Sterpo di Bertiolo 7 Ottobre 2017. Invapsione di bugese . © Foto Petrussi
In Friuli torna l'invasione delle cimici
BERTIOLO. «Siamo barricati in casa. Le cimici ci stanno invadendo. Non possiamo fare altro che usare i pesticidi, ma rischiamo di avvelenarci».
È il drammatico grido d’aiuto di alcuni residenti di Pozzecco, frazione di Bertiolo, dove gli insetti ormai hanno preso il sopravvento. Sui muri, nelle case, in cucina, nelle camere da letto, in mansarda: ovunque. La gente si difende. Di sera si armano di nebulizzatori, inseriscono misurini di pesticida pagati a caro prezzo, «50 euro al litro», sbotta una residente, ma con attenzione, stando attenti a non infestare le proprietà altrui. «Perché – dicono – l’odore è molto forte. Non riusciamo nemmeno a mangiare».
Lo conferma anche Renelda Carlini che abita in via Manzoni, al civico 39. Lei si è sentita male una sera, dopo aver usato «il veleno. Ma che potevo fare? O io o loro», dice indicando gli insetti a terra, tutti morti. In meno di 48 ore ha raccolto quattro sacchi di immondizia.
Pozzecco è solo uno degli epicentri di un’invasione senza precedenti. «Peggio dell’anno scorso», ci dicono i residenti. «Eppure abbiamo adottato tutte le misure consigliate dai volantini distribuiti dall’Ersa, ma non è servito a nulla. Serve altro. Qualche metodo naturale, altrimenti finiremo con l’avvelenarci».
Ci siamo recati ieri nella piccola frazione di Bertiolo per renderci conto di quello che sta accadendo. E durante la nostra diretta facebook abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da quasi tutto il Friuli. «Non si vede quasi la parete della mia casa», ha scritto nei commenti una donna di Coseano. «Non si possono tenere aperte le finestre. E comunque entrano dappertutto. È allucinante», è la testimonianza di un’altra donna di Polcenigo.
Tutto il Medio Friuli è invaso, fino al Pordenonese. Da Pozzuolo a Fagagna, da Zompicchia a Flumignano, da Talmassons a Polcenigo, fino ad Arzene, Chions e San Giorgio della Richinvelda. Tutti chiedono un intervento dell’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale. A lanciare un appello è Caterina Pandolfo, che abita sopra la signora Renelda. Di professione fa la naturopata. «Ho adottato tutte le soluzioni biologiche immaginabili, ma non muoiono, sono molto resistenti. È importante che l’Ersa diffonda le gabbie contenitive in tutti paesi. La quantità è notevole. L’odore è nauseabondo. Faccio un appello agli esperti affinché trovino un sistema difensivo il più possibile biologico per ucciderle in maniera naturale, senza infestare l’ambiente di prodotti chimici».
La signora Renelda ha adottato qualche metodo artigianale. «Ho attaccato dello scotch alle finestre, nelle fessure, sotto le porte, ma non è servito a nulla. Entrano dappertutto. Non ci resta altro che usare i pesticidi. Ho utilizzato tanto veleno in questi giorni da star male».
Il sindaco Eleonora Viscardis ieri ha visitato alcune famiglie. «Abitando nel capoluogo – spiega – non mi rendevo conto dell’allarme. Poi ho ricevuto le segnalazioni e le foto. Mi sono spaventata e mi sono recata personalmente in alcune abitazioni».
A Virco, altra frazione di Bertiolo, un autolavaggio – ci informa il sindaco – ha dovuto chiudere il servizio ai clienti perché le spugne erano intrise di cimici anziché di acqua e sapone. «Abbiamo raggiunto i livelli di guardia. C’è uno stato di disagio anormale».
Attraversando il centro di Pozzecco in auto ci si rende conto di come le cimici stiano ricoprendo ormai tutti i muri delle abitazioni. Anche Elido Bertolini, che abita di fronte a un campo di soia appena tagliata in via d’Aronco, ha raccolto il suo mucchio di insetti. «C’è stata una grande invasione e non sappiamo cosa fare», ci racconta. Sua moglie ci parla attraverso la zanzariera. È terrorizzata. «Mi spiace ma parlo da qui. Non ce la faccio più. Sono rinchiusa tra queste mura da quasi tre giorni. Ho la fobia e così anche mia figlia».
Ogni anno «è sempre peggio – conclude amaramente Bertolini –. Cerchiamo di difenderci, ogni due o tre giorni facciamo un trattamento speciale la sera stando attenti che non ci sia nessuno in giro. Ma è inutile. Stiamo tutti respirando veleno».
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