Mediocredito, bilancio 2012 in rosso I DATI
UDINE. E se invece di riunirsi ad agosto, in seduta straordinaria, per convincere la Giunta regionale a dare quattrini alla banca Mediocredito Fvg il Consiglio regionale del Fvg lavorasse per puntare i riflettori - e, riflettendo, facesse luce - su quanto hanno fatto in questi anni Mediocredito Fvg e Friulia holding? E aspettasse, sempre lavorando, di conoscere gli esiti della ventilata ispezione settembrina in Mediocredito Fvg da parte della Banca d’Italia e il bilancio di Friulia 2012-2013?
Festina lente – affrettati lentamente – esortava il divo Augusto spronando ad agire con rapidità ma anche con cognizione di causa, efficacia e prudenza. Perché tanta fretta nel liquidare frettolosamente il duplice tema della riforma di Mediocredito Fvg e dei finanziamenti alle imprese e perché legare le due questioni come se la seconda dipendesse dalla prima?
Forse perché il consigliere di minoranza che vuole trascinare Consiglio e Giunta regionale in questa avventura straordinaria – consigliere che, per simpatia, chiameremo invictus – dopo cinque anni di speculazioni sull’argomento ha trovato la soluzione ma, per qualche motivo misterioso, la può comunicare solo nell’agosto 2013?
O é perché essendo finita – con la fine di aprile 2013 – la legislatura delle infrastrutture può finalmente ragionare di credit crunch? Oppure tutte le Pmi sono entrate in crisi nei due mesi successivi alle elezioni dell’aprile 2013?
O, infine, è perchè Mediocredito Fvg ha presentato il bilancio 2012 con un buco di 7,2 milioni di perdite e un piano strategico 2013-2016 che prospetta un ulteriore buco di 29,1 milioni, un ammontare del credito in anomalia di 424 milioni a fronte di 230 milioni di patrimonio netto e un tracollo dell’operatività?
E’ del tutto ragionevole, invece, che il nuovo Consiglio affronti il tema della riforma di Mediocredito Fvg e Friulia holding dopo aver effettuato una indagine ad hoc mentre é del tutto irragionevole che il controllo sulle partecipate regionali venga esercitato dalla magistratura (per possibili fatti delittuosi) e dai mass-media (per cercare di sollevare il burka che cela i loro comportamenti).
Una indagine consiliare mirante a fare luce su quattro punti. Uno, accertare la reale entità di perdite (i buchi evidenti) e credito in anomalia (i buchi latenti). Nel caso di Mediocredito Fvg, le perdite attese sono veramente solo 29,1 milioni e il totale del credito in anomalia è davvero pari alla spaventosa cifra di 424,5 milioni o quest’ultima può essere anche doppia? Due, individuare puntualmente la causa dei buchi perché un piagnisteo che incolpa la crisi o imputa le responsabilità alla gestione precedente intenerisce ma non convince.
Nel caso di Mediocredito Fvg, il confronto con il gemello Mediocredito del Trentino Alto Adige è sconfortante così come è sconfortante la valutazione fornita dalla Banca d’Italia alla fine del 2010 sia sui risultati di gestione effettivamente ottenuti che sulla capacità del Consiglio di amministrazione e della dirigenza di svolgere i propri doveri.
Gli amministratori, i dirigenti e i revisori, peraltro, sono sempre gli stessi dal 2005. Tre, rispondere all’interrogativo del perché si ritiene che chi è stato bravo a fare i buchi possa essere altrettanto bravo a tapparli e se non sia diabolico perseverare nell’errore di dargli nuovamente fiducia.
Quattro, esprimere un giudizio motivato sul piano strategico 2013-2016 presentato da Mediocredito Fvg soffermandosi in particolare sul fatto che dà per scontato che l’attività di agenzia svolta per conto del Frie e della Regione Fvg possa avvenire solo vincendo le gare prescritte dalla normativa Ue. O si pensa di riproporre ogni anno la gara per un solo partecipante?
Una indagine consiliare puntuale che analizza l’operatività, l’efficacia e l’utilità di Friulia holding e di Mediocredito Fvg e fornisce indicazioni per la loro riforma. La sua utilità più generale? Porre fine all’esperienza decennale del lasciar fare i buchi in autonomia che connota l’azione della Regione Fvg salvo poi tapparli con i soldi dell’autonomia.
Un esercizio dell’autonomia, questo, che stride con il sentimento regionale e ancor di più con l’identità friulana. I megabuchi sono peraltro tristemente noti: i 340 milioni spesi vanamente per il comparto unico del pubblico impiego, i 740 milioni già regalati allo Stato per il federalismo fantasma cui si aggiungono i 370 annui per ciascun anno degli anni a venire, gli oltre 100 milioni annui da sborsare come servizio del finanziamento della terza corsia faraonica.
Solo il pensiero che una riunione consiliare, ad agosto, possa decidere di spendere ulteriori 50 milioni per salvare la banca Mediocredito Fvg senza aver affrontato il tema del finanziamento delle imprese, mi fa venire i brividi freddi. E a voi, che effetto fa?
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