Meduna, blitz ambientalista: «No alla discarica sul fiume»

Cordenons, uno striscione per sensibilizzare i villeggianti del 25 aprile. «Chiediamo un atto di civiltà». E l’immondizia abbandonata anche al cimitero

CORDENONS. «Vietata la discarica». Blitz il 25 aprile: un teschio come logo sugli striscioni per salvare l’eco-sistema delle grave del Meduna e anche dietro il cimitero urbano. “Liberiamoci dai rifiuti”. Nessuna pietà per chi distrugge l’ambiente a colpi di plastica, lattine e cartacce. Ieri, l’eco-sentinella Fabio Mucignat ha aumentato i giri alla protesta pacifica per difendere l’habitat. Ha festeggiato la Liberazione con l’impegno civico sugli argini del fiume.

«Libertà dalla monnezza – ha spiegato il grillino che difende il territorio -. Stop all’inquinamento selvaggio delle grave, tra Cordenons e Zoppola. Basta rifiuti dietro al muro del cimitero, in via Maestra e anche in zona piscina. L’ambiente è casa nostra».

Sacchi di immondizie, plastica e materiale edile, gomme e disastri: sono lungo le grave tra i sassi, sentieri bianchi e cespugli. «Basta ai danni ambientali ed alle silenziose epidemie di pesci e specie biologiche causate dall’inquinamento – il primo blitz era stato 10 giorni fa con gli amici Paolo e Patrick –. L’obiettivo è quello di difendere, informare e sensibilizzare senza tregua la cittadinanza, sui danni alla salute del fiume e dell’ambiente».

Controllano il fiume, le rive e le strade di Cordenons, da mesi. «Ambiente pulito». È il loro mantra e fa da stella polare per riattivare le coscienze civiche. «Ci tengo alla salute del fiume e dell’ambiente, che sono a rischio per l’inquinamento e il degrado – dice Fabio –. Chiediamo più controlli».

Chiudono un occhio sul turismo estivo, in cambio dell’impegno a non abbandonare rifiuti dopo i pic-nic. Un’impresa che ha il sapore di un’utopia. «Le jep e le moto da cross rischiano di schiacciare pesci, larve e uova nel torrente che si interra a tratti – spiegano gli ambientalisti duri e puri di Cordenons –. Siamo un movimento spontaneo e non vogliamo che sia distrutto quello che di bello ancora c’è. Stop alla deregulation».

Chiedono ai turisti sotto il sole e pronti ai bagni nel Meduna, un atto di civiltà. Si chiama ambiente pulito: sul fiume e dietro al cimitero, in via Cartiera. Dove ci sono sacchi di monnezza buttati tra i rovi, pezzi di plastica interrati, cocci di vetro e cartacce. Nel silenzio irreale che la natura crea a ridosso delle tombe, il muro di cinta sembra una lavagna imbrattata con gli spray colorati: insulti e slogan senza senso. A qualche centinaio di metri dal camposanto di via San Michele, ci sono sacchi neri abbandonati. «L’incuria – dice Fabio – è una mancanza di rispetto per vivi e morti».

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