Mega parcheggio: nuovo via libera alla rampa coperta

Udine, il Consiglio di Stato rigetta la richiesta di sospensiva dell’ok del Tar. L’opera di piazza Primo maggio sarà completata entro l’autunno
Udine 14 marzo 2015.L'istituto Sello si protegge dai lavori per il nuovo parcheggio di Piazza I Maggio con una maxi fotografia che riproduce la facciata originale dell'edificio..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine 14 marzo 2015.L'istituto Sello si protegge dai lavori per il nuovo parcheggio di Piazza I Maggio con una maxi fotografia che riproduce la facciata originale dell'edificio..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

UDINE. La rampa d’uscita dal parcheggio interrato di piazza Primo maggio può essere coperta. Il Consiglio di Stato ha rigettato la richiesta del Ministero dei beni culturali di sospensiva dell’efficacia della sentenza del Tar che annulla il divieto imposto dall’ex soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, Maria Giulia Picchione.

Il Ministero, attraverso l’Avvocatura di Stato, si è rivolto in appello al Consiglio di Stato pensando di capovolgere la situazione invece così non è stato perché l’istanza cautelare è stata rigettata. E così la Spa, assistita dagli avvocati Fabrizio e Roberto Paviotti, supera l’ennesimo scoglio anche se per cantare vittoria bisognerà attendere il giudizio nel merito.

«Nella forma la questione non è chiusa, nella sostanza sì perché - spiega Fabrizio Paviotti - visto il tenore dell’ordinanza che conferma la correttezza del Tar è difficile pensare che il Ministero insista anche nella fase di merito a chiedere l’annullamento della sentenza del Tribunale amministrativo».

La copertura quindi sarà realizzata e l’opera ultimata entro l’autunno anche se Ssm si è impegnata a rimuovere la copertura della rampa qualora la decisione del Consiglio di Stato «in sede di merito dovesse far rivivere la prescrizione annullata dal Tar».

Un’ipotesi piuttosto improbabile visto che il Ministero è stato nuovamente condannato al pagamento delle spese processuali.

Dure le parole dell’avvocato Roberto Paviotti, il quale nel ribadire quanto scritto nel controricorso, dove aveva ripercorso la serie di ripensamenti della Soprintendenza nei confronti delle scelte progettuali fino ad arrivare a negare la copertura della rampa d’uscita visto che quella di entrata era già stata eliminata dal progettista, si è soffermato sulle motivazioni alla base dell’appello presentato dall’Avvocatura «per non recare il paventato irreparabile pregiudizio ai beni tutelati».

«C’è da trasecolare - ha ribattuto Paviotti - perché i beni tutelati, fin qui occultati alla vista dalla massa di auto e pullman parcheggiati davanti, potranno essere godibili solo per effetto della fine dei lavori e dell’apertura al pubblico del parcheggio interrato». I beni tutelati chiamati in causa sono quelli compresi nel complesso di palazzo Antonini, ex sede della banca d’Italia.

Allo stesso modo, Paviotti ha ricordato che «se la rampa d’uscita non venisse protetta, in presenza di nevicate e gelicidi le autovetture potrebbero restare “intrappolate” nei piani interrati». È stato fatto notare, infatti, che a Udine le condizioni climatiche non sono quelle di Roma, Napoli o Palermo, e freddo e gelo non sono eventi eccezionali.

Senza contare «gli ingenti importi di denaro pubblico spesi da Ssm per far predisporre e far illustrare dai progettisti quella lunga serie di soluzioni progettuali via via studiate per rendere compatibili i segnalati profili di tutela monumentale e paesaggistica con la necessità di salvaguardare la sicurezza degli utenti».

Un iter iniziato a gennaio 2012 quando la Soprintendenza autorizzò il progetto che prevedeva 590 metriquadrati di superficie coperta fuori terra.

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