Mendicanti, no ordinanza: si punta sull’unità di strada

Questa l’ipotesi del centrosinistra per risolvere il problema dell’accattonaggio a Udine. Aziz (Pd): ne parleremo in consiglio, auspico di trovare consensi nell’opposizione
Udine 25 Giugno 2011. Anziano che chiede la carita'. Telefoto Copyright Foto PFP
Udine 25 Giugno 2011. Anziano che chiede la carita'. Telefoto Copyright Foto PFP

UDINE. L’accattonaggio esiste, ma va distinto tra i mendicanti che chiedono la carità per necessità e le vittime dal racket. Parte da qui la riflessione del centrosinistra che, stasera, in consiglio comunale archivierà definitivamente l’ordinanza e, salvo modifiche dell’ultima ora, punterà sull’intervento di una sorta di unità di strada, supportata delle forze dell’ordine, per individuare le reali necessità delle persone che in centro tendono la mano ai passanti.

Parallelamente, si impegnerà a lavorare sulla modifica del regolamento della Polizia municipale per dare ai vigili la possibilità di intervenire.

Il documento messo a punto, ieri sera, nella riunione di maggioranza, sarà affidato alla mediazione di Hosam Aziz (Pd) che sta cercando di intercettare i voti dell’opposizione. «La maggioranza è consapevole che il fenomeno esiste, ma, proprio perché l’ordinanza non basta, distingue tra le persone spinte dalla necessità a chiedere l’elemosina e le vittime del racket» ha ripetuto Aziz riservandosi di indicare l’alternativa stasera in consiglio comunale auspicando «di trovare la convergenza dell’opposizione».

Ma se il Movimento 5stelle e la Lega sembrano vicini a questa proposta, il centrodestra è irremovibile: «L’ordinanza serve lo confermano i 15 divieti di rientro a Udine e i 10 fogli di va emessi, nei giorni scorsi, dalla questura nei confronti di altrettanti mendicanti» hanno ribadito Adriano Ioan (Identità civica) e Maurizio Vuerli (Pdl), nel corso della commissione Politiche sociale durante la quale don Tarcisio Bordignon e Maria Rita Cantarutti (Società San Vincenzo de Paoli) hanno invitato i politici a guardare alla persona.

Tutto questo mentre la presidente della Lav, Nerella Damo, spiegava di non poter intervenire nei confronti dei mendicanti che per attirare l’attenzione della gente usano cani, gatti e pappagalli. Alle forze di polizia si sono già rivolti, invece, i baristi stanchi - ha riferito il presidente della Fipe, Franco Di Benedetto - di veder entrare nei locali i 15 mendicanti presenti in città da più di 10 anni.

«Ognuno si presenta ai tavoli almeno 10 volte al giorno» ha fatto notare È Di Benedetto convinto che «questa non è carità, i clienti gli danno un euro per toglierseli di torno. Non parlo - ha chiarito - di chi vive problemi sociali, bensì di chi lo fa per mestiere. Non spetta a noi dirvi come intervenire, riteniamo che la competenza sia delle forze dell’ordine».

La questione resta complicata perché nella stessa maggioranza si colgono diverse sfumature. Andrea Sandra (Sel) riferendosi alla modifica del regolamento della polizia municipale proposta da Mario Pittoni (Lega) ha detto di «non voler far entrare dalla finestra quello che non può entrare dalla porta».

Non la pensa allo stesso modo Paolo Perozzo (M5S) che ritiene «ordinanza e modifica del regolamento entrambe valide perché la prima consente di reprimere il fenomeno intercettando i bisogni umani, mentre il regolamento disciplina il problema». Su questo si cerca la quadra con l’opposizione.

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