Mensa ospedaliera La gestione passa al Comune di Sacile

Entro un anno il cambio e la stipula di una convenzione Ogni giorno serviti 200 pasti: gli studenti i “grandi assenti” 
SACILE. «Il Comune di Sacile assumerà la gestione della mensa nella struttura ospedaliera dal primo luglio 2018». Il sindaco Roberto Ceraolo ha stretto l’accordo con l’Azienda sanitaria che chiuderà la gestione in house del servizio di ristorazione. Un anno per mettere a punto il passaggio gestionale e rodare il sistema della ristorazione nel presidio sanitario, dove la cambusa funziona anche per la casa di riposo. La notizia era nell’aria dopo gli incontri promossi dal Comune dopo l’annuncio da parte dell’Azienda di voler cessare il servizio diretto. Per problemi pare legati all’organico.


I due enti dovranno stipulare una convenzione in cui il Comune di Sacile si assumerà gli oneri per la manutenzione ordinaria, l’acquisizione di tutte le attrezzature e utensilerie in dotazione a cucina magazzino e mensa, servizi a rete e smaltimento rifiuti. All’Azienda invece, resteranno i costi di manutenzione straordinaria, la pulizia delle aree comuni interne esterne, collegamenti informatici telefonici e allarmi. «Il Comune – ha assicurato il primo cittadino – garantirà il servizio mensa: anche a favore di dipendenti sanitari dell’area di Sacile».


In mensa, intanto, i coperti oscillano da 150 a 200 al giorno e il pranzo è servito per gli operatori dell’Aas5 (1,05 euro è il ticket stabilito dal contratto di lavoro) e anche ai dipendenti comunali di Sacile. Il bilancio 2017 ha inserito alla voce rimborso mensa 7 mila 500 euro totali. Sono circa 60 al giorno, i piatti preparati per gli utenti esterni all’Azienda sanitaria, compresi pensionati e fasce sociali deboli (pagano 4 euro a pasto). «Sono diminuiti gli operai – hanno detto gli operatori – con la crisi». Gli utenti agevolati possono pagare il pranzo alla mensa comunale dell’ospedale allo sportello bancario Bcc, in viale Zancanaro.


Una gara appalterà il servizio mensa nel 2018 e sarà un affare a molti zeri. Anche se i clienti in mensa sono diminuiti dal 2015, quando il Comune (che è convenzionato con la struttura ospedaliera) ha alzato i prezzi dopo il pasticcio dei buoni mensa rivenduti “in nero”. I dipendenti esterni sono preoccupati sul futuro occupazionale. «Dove finiremo impiegati – si chiedono – nei turni di lavoro?». I grandi assenti in mensa sono gli studenti e i pendolari: per loro la sede è scomoda da raggiungere.


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