Mercatini di Natale, il Trentino prima annulla poi ci ripensa

Il capoluogo conferma il no all'evento, ma diversi comuni chiedono di poter organizzare qualcosa. La Provincia: "Autonomia decisionale ai territori"

TRENTO. Sui Mercatini di Natale, dopo il passo indietro dell’Alto Adige, il Trentino tira dritto e annuncia di non voler rinunciare del tutto, almeno per il momento, alla manifestazione. Nel capoluogo è confermato che l’evento non si terrà, ma ci sono altri Comuni, tra cui Rovereto e Arco, che sono intenzionati ad andare avanti con l’organizzazione. Iniziative in forme ridotte, forse anche meno pubblicizzate, ma le casette per ora pare ci saranno.

Se ne è discusso anche giovedì sera in una riunione con il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e l’assessore al Turismo Roberto Failoni, alla quale hanno presenziato anche i sindaci interessati oltre al Commissario del Governo Sandro Lombardi e al Questore Claudio Cracovia.

A rischio i mercatini di Natale dell'Alto Adige e del Trentino

“Sul tema dei mercatini e in base ai dati di oggi – ha detto il governatore - riconosciamo che i territori hanno la loro autonomia decisionale, per intervenire nelle modalità che ritengono. Da parte nostra intendiamo però impostare un protocollo sanitario che stabilisca le modalità con cui questi eventi possano essere organizzati. A fronte di precise regole, che l’Apss stilerà, dovrà essere sottoscritto un impegno al rispetto del protocollo”.

Nei prossimi giorni, ha annunciato, la Giunta provinciale incontrerà su questo tema anche le categorie economiche. In sostanza non vi saranno obblighi per nessuno: chi vorrà sfilarsi, come Trento, potrà farlo tranquillamente, ma chi deciderà di andare avanti dovrà seguire una serie di regole rigorose, in particolare sul distanziamento.

L'Alto Adige dice addio ai suoi Mercatini di Natale: arriva lo stop ufficiale

“Sappiamo che la situazione è seria, anche se per ora in Trentino non va così male. Non vogliamo fare nulla che metta a rischio la salute pubblica, o che possa creare assembramenti: chiediamo solo di poter organizzare qualche piccola cosa che faccia girare un po’ l’economia, a fronte di decine di eventi che abbiamo già dovuto cancellare”, spiega il sindaco di Arco Alessandro Betta. Con lui sono intenzionati ad andare avanti anche i Comuni di Rovereto, Levico Terme e Riva del Garda, mentre oltre al capoluogo anche Canale di Tenno e Pergine sembrano ormai propensi per il passo indietro.

“Naturalmente vogliamo evitare che poi tutti si riversino qui o nei pochi Comuni che organizzeranno qualcosa, per questo vorremmo dare una dimensione di “Mercatino trentino”, qualcosa di diffuso, anche a costo di dover investire di più per 3 o 4 casette, ma cercando di dare un po’ di lavoro a tutti quei settori coinvolti”, chiosa il sindaco Betta.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto