Messa “autogestita” in assenza del prete, la celebra una suora

Porcia, insolita “supplenza” in duomo e qualcuno protesta. Il parroco: «Errore mio, ma è valida come precetto festivo»

PORCIA. Messa celebrata senza prete nel duomo di San Giorgio. Un fatto più unico che raro nella diocesi di Concordia-Pordenone. I parrocchiani, dopo alcuni minuti di attesa, si sono organizzati per procedere con la messa “autogestita” visto il protrarsi dell’assenza del sacerdote designato. Così, a presiedere la celebrazione della parola è stata una suora.

L’assenza del presbitero è stata causata da un errore di cui si è assunto la responsabilità il parroco don Daniele Fort, errore – vale la pena sottolinearlo – scusabilissimo per un sacerdote che in 17 anni di reggenza della parrocchia di Porcia ha celebrato qualcosa come 6.258 messe e che ogni settimana deve provvedere ad organizzare la “copertura” di una decina di celebrazioni eucaristiche, occupandosi anche della parrocchia di Rorai Piccolo.

La messa senza prete è stata quella prefestiva di sabato, in programma alle 18. «Anzitutto va sottolineato che la suora, come ministro straordinario dell’eucarestia, può presiedere legittimamente alla celebrazione della parola – premette il parroco –. Sabato, l’altro presbitero aveva in programma anche la messa alle 19 a Rorai Piccolo e allora, piuttosto che far aspettare la gente fino al termine di quella funzione, è stato giusto procedere così. Mi è stato riferito che la suora, tra l’altro, è stata efficientissima. Tutto si è svolto secondo le regole, ci sono stati i canti e le preghiere come una normale celebrazione, e la messa è assolutamente valida per il precetto festivo».

«Quanto al sacerdote da me incaricato – prosegue don Daniele –, il problema è consistito nella data: in pratica, ho scritto con il computer una data sbagliata quando ho stilato il programma delle messe. Dopo tanti anni, un errore di stampa può capitare a tutti». In questi ultimi anni non risultano casi analoghi di messe celebrate senza prete nella diocesi: «Forse in qualche chiesa di montagna è accaduto – spiega don Daniele –. Nella nostra diocesi è un fatto inusuale ma in Carnia, ad esempio, questa prassi è consolidata. Tecnicamente, si chiama celebrazione della parola in attesa del presbitero».

Sabato don Daniele non era a Porcia in quanto impegnato assieme al cappellano e a decine di fedeli friulani nel pellegrinaggio Macerata-Loreto.

Ieri qualche parrocchiano ha espresso disappunto ma, come detto, la celebrazione senza presbitero è legittima, seppure non siano in molti a saperlo, anche tra i fedeli. Può svolgersi nella chiesa abituale utilizzando i ruoli ministeriali e i libri liturgici ordinari sotto la responsabilità dei laici delegati dal parroco secondo le norme diocesane. «Anche a Porcia abbiamo persone perfettamente formate per far fronte a questa necessità – conferma don Daniele Fort –, anche se non è stato costituito un gruppo liturgico specifico».

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