Messa in carcere dell’arcivescovo nel segno di Papa Francesco

Tolmezzo, monsignor Mazzocato ha ricordato durante l’omelia il grande impatto avuto nel mondo dal nuovo Santo Padre. «Abbiamo subito percepito un nuovo spirito della Chiesa»
Udine 10 Ottobre 2012. Visita Vescovo Mazzocato al carcere di Via Spalato. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Udine 10 Ottobre 2012. Visita Vescovo Mazzocato al carcere di Via Spalato. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

TOLMEZZO. L’arcivescovo di Udine mons. Andra Bruno Mazzocato ha celebrato la messa di Pasqua tra i detenuti del carcere di Tolmezzo.

Accompagnato dal direttore del penitenziario Silvia Della Branca, dall’arcidiacono di Tolmezzo Angelo Zanello, dal cappellano del carcere don Gianpietro Fossà e dal diacono Diego Mansutti il presule ha fatto visita ai carcerati e al personale di custodia. Nella sala cinema allestita a Chiesa è stata quindi celebrata lamessa.

Folto il numero dei detenuti presenti oltre ai volontari ed ad alcune persone esterne quali il sindaco di Tolmezzo Zearo, il responsabile del Consiglio parrocchiale Cucchiaro e una rappresentante del collegio delle Suore Giannelline.

Il presule ha iniziato la sua omelia spiegando ai presenti come nella liturgia della veglia pasquale tutta la Chiesa è invitata a riflettere sulla Creazione e ciò che la Sacra Scrittura racconta nella Genesi.

Rivolgendosi ai carcerati attentissimi alle sue parole, l’arcivescovo «ha invitato a cogliere questo Spirito di Vita che Gesù dona a ciascuno partendo da ciò che accade nella Chiesa cattolica oggi e cioè da questo nuovo Papa, Papa Francesco che in pochissimo tempo ha già toccato i cuori di una moltitudine di persone. Inoltre colpisce tutti anche il Papa Emerito Benedetto XVI che a 86 anni ha sentito questo Spirito di Dio nuovo sulla vita della Chiesa facendosi da parte in silenzio e preghiera».

«Animati da questo stesso spirito anche i cardinali - ha detto Mazzocato - si sono riuniti in Conclave e non per discutere e orientare a fine personali un delicato passaggio di un papato ma piuttosto per pregare e capire ciò che Dio voleva riservare come dono alla sua Chiesa per questi tempi».

«All’affacciarsi del nuovo Pontefice - ha chiuso l’arcivescovo - subito abbiamo percepito un segnale nuovo, un nuovo Spirito della Chiesa. È questo cari fratelli reclusi in questo carcere che vorrei dirvi: stiamo assaporando questo spirito nuovo che è lo spirito della Pasqua. Gesù soffia in mezzo ai suoi apostoli uno Spirito di novità, di Resurrezione. Permettetemi, ha concluso il presule, di chiedere assieme a voi a Gesù Risorto un po’in questo Spirito affinchè possa anche io superare i miei difetti e giungere a un rinnovamento della mia persona a vostro beneficio».

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