Messa in carcere dell’arcivescovo nel segno di Papa Francesco
TOLMEZZO. L’arcivescovo di Udine mons. Andra Bruno Mazzocato ha celebrato la messa di Pasqua tra i detenuti del carcere di Tolmezzo.
Accompagnato dal direttore del penitenziario Silvia Della Branca, dall’arcidiacono di Tolmezzo Angelo Zanello, dal cappellano del carcere don Gianpietro Fossà e dal diacono Diego Mansutti il presule ha fatto visita ai carcerati e al personale di custodia. Nella sala cinema allestita a Chiesa è stata quindi celebrata lamessa.
Folto il numero dei detenuti presenti oltre ai volontari ed ad alcune persone esterne quali il sindaco di Tolmezzo Zearo, il responsabile del Consiglio parrocchiale Cucchiaro e una rappresentante del collegio delle Suore Giannelline.
Il presule ha iniziato la sua omelia spiegando ai presenti come nella liturgia della veglia pasquale tutta la Chiesa è invitata a riflettere sulla Creazione e ciò che la Sacra Scrittura racconta nella Genesi.
Rivolgendosi ai carcerati attentissimi alle sue parole, l’arcivescovo «ha invitato a cogliere questo Spirito di Vita che Gesù dona a ciascuno partendo da ciò che accade nella Chiesa cattolica oggi e cioè da questo nuovo Papa, Papa Francesco che in pochissimo tempo ha già toccato i cuori di una moltitudine di persone. Inoltre colpisce tutti anche il Papa Emerito Benedetto XVI che a 86 anni ha sentito questo Spirito di Dio nuovo sulla vita della Chiesa facendosi da parte in silenzio e preghiera».
«Animati da questo stesso spirito anche i cardinali - ha detto Mazzocato - si sono riuniti in Conclave e non per discutere e orientare a fine personali un delicato passaggio di un papato ma piuttosto per pregare e capire ciò che Dio voleva riservare come dono alla sua Chiesa per questi tempi».
«All’affacciarsi del nuovo Pontefice - ha chiuso l’arcivescovo - subito abbiamo percepito un segnale nuovo, un nuovo Spirito della Chiesa. È questo cari fratelli reclusi in questo carcere che vorrei dirvi: stiamo assaporando questo spirito nuovo che è lo spirito della Pasqua. Gesù soffia in mezzo ai suoi apostoli uno Spirito di novità, di Resurrezione. Permettetemi, ha concluso il presule, di chiedere assieme a voi a Gesù Risorto un po’in questo Spirito affinchè possa anche io superare i miei difetti e giungere a un rinnovamento della mia persona a vostro beneficio».
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