Metalmeccanici, é scontro sul nuovo contratto

UDINE. Con la “fotografia” sulla rappresentanza, a oggi ancora parziale, ma proveniente da una fonte attendibile, le elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitarie, la Fiom Cgil conquista il diritto di sedersi al tavolo per il rinnovo del contratto nazionale di categoria. Non accadeva da un bel po’ di tempo, almeno 8 anni, ovvero dal primo accordo separato. Che poi questo sia il viatico per arrivare a un’intesa, è ancora tutto da verificare, e la strada si presenta in salita.
Rappresentanza
Le nuove regole impongono che al tavolo della trattativa, ma anche alla firma dell’accordo, non possa mancare il sindacato più rappresentativo dei metalmeccanici. Dall’esito del voto per le Rsu di fabbrica, la Fiom si conferma la prima organizzazione del Paese. Così come lo è in Friuli Venezia Giulia. A distanza Fim Cisl, Uilm Uil e altri sindacati minori. E questo porta a dire che senza la Fiom il contratto - che interessa circa 35 mila lavoratori in Fvg - è difficilmente raggiungibile.
Per completare la misurazione della rappresentanza manca ancora un dato: quello atteso dall’Inps. Che non arriva. Non tanto perché l’istituto non sia in grado o non voglia fornirlo, quanto perché le aziende non inviano all’Inps le informazioni necessarie. Da qui l’iniziativa dei segretari Fiom del Fvg «che hanno inviato alle aziende nelle quali hanno iscritti, una lettera con cui le sollecitano a comunicare il fatto all’istituto».

Piattaforme
Sul tavolo del confronto tra sindacati e Federmeccanica che si è aperto giovedì, due sono le piattaforme. Una condivisa tra Fim e Uilm e una della sola Fiom. E’ stato impossibile arrivare all’avvio della trattativa con un solo documento rivendicativo. Causa Fim e Uilm, secondo la Fiom; causa la Fiom secondo Fim e Uilm. Al di là delle scaramucce della vigilia, ora si discute nel merito.
Le richieste economiche sono di 105 euro al 5° livello avanzate Fim e Uilm; 3 per cento di maggiorazione per ogni livello, la Fiom. La controparte, che si chiama Federmeccanica, ha idee precise su che tipo di contratto andare a definire.
La proposta
Secondo Federmeccanica, fissare dei minimi salariali di garanzia nel contratto nazionale non significa superare il doppio livello di contrattazione. La proposta presentata ai sindacati mantiene il doppio livello di contrattazione nazionale e aziendale. Con il nuovo contratto nazionale non si dovrebbero distribuire aumenti salariali a pioggia ma fissare dei minimi di garanzia e chi è sotto questa asticella si adegua e chi è sopra no.
La situazione del settore, ha spiegato l’associazione delle aziende metalmeccaniche, è pesante: nel 2014, rispetto al 2007, si è perso circa un terzo della produzione meccanica, un quarto della capacità produttiva e la ricchezza prodotta, misurata con il valore aggiunto a prezzi costanti, è crollata da circa 120 miliardi di euro agli attuali 98 miliardi, un crollo pari a circa 18 punti percentuali.
Facendo i conti Federmeccanica ha detto che le aziende hanno riconosciuto incrementi salariali, tra il 2012 e il 2015, calcolati con un’inflazione al 6 per cento, mentre invece questa si è attestata al 2 per cento. La somma che ne deriva è di 75 euro che sarebbero stati erogati in più.
La risposta
Quei 75 euro di maggiorazione salariale sono diventati, oggi, 75 euro da restituire, secondo alcuni sindacalisti. Cosa che assolutamente non è, ha sbottato Federmeccanica. Fatto sta che l’indicazione di quella cifra c’è, che cosa poi comporterà lo si vedrà nel corso dei prossimi incontri.
Intanto il sindacato, questa volta unitario, dice “no” ad aumenti salariali solo a livello aziendale. Il timore è che la controparte, portando avanti un modello caro a Confindustria, voglia puntare su un contratto nazionale minimo, di regole, spostando il livello economico in azienda. «Per noi vanno mantenuti i due livelli di contrattazione salariale: agli aumenti fissati dal contratto nazionale si aggiungono quelli a livello aziendale».
Sui minimi salariali di garanzia potrebbe arrivare una condivisione, ma anche questi devono essere oggetto di rivalutazione, secondo i sindacati. Prossimo incontro il 4 dicembre.
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