Metodo Fontanini, malcontento nella Lega
UDINE. Il presidente della Provincia Pietro Fontanini è sotto i riflettori della corrente “metodista” della Lega. Perché quei militanti che invocano il ritorno al Carroccio delle origini, insomma il Carroccio “duro e puro”, proprio non riescono a digerire l’ennesimo boccone amaro. «La nomina del nuovo assessore provinciale è stata una fuga in avanti, una decisione d’autorità presa senza tenere minimamente in considerazione le indicazioni arrivate dai militanti», bacchetta il segretario circoscrizionale di cividalese, manzanese e delle valli del Natisone, Daniele Moschioni.
E la reprimenda non si ferma alle parole: entro sabato è convocata una riunione delle segreterie provinciali per affrontare la questione. «Non è in discussione Asia Battaglia come persona – premette Moschioni –, ma si tratta del metodo».
I militanti conoscono il nome del nuovo assessore lunedì, intorno alle 9, trenta minuti prima dell’ufficializzazione in consiglio. Ma quel nome non fa parte della coppia indicata dai segretari circoscrizionali riuniti venerdì sera per deliberare le candidate. «Erano stati fatti più nomi – ricorda Moschioni, presente alla blindatissima riunione –, ma alla fine soltanto due rispettavano le direttive impartite dal presidente, ovvero una lunga esperienza amministrativa e il possesso di almeno una laurea». La coppia fra cui scegliere era dunque formata da Daniela Bernardi, vicesindaco di Cividale e amministratore da 13 anni, e Aurelia Bubisutti, assessore tolmezzino alle Attività economiche, Personale e Cultura. Ma Fontanini ha optato per la terza via.
Moschioni lunedì mattina era a palazzo Belgrado. Giusto il tempo per assistere all’ufficialità della nomina, poi si è subito sfilato nella calura estiva. Ma senza darsi per vinto. Forte di un movimento che non si riconosce più negli schemi di quella stessa politica critica agli esordi, Moschioni – insieme con i leghisti “metodisti” – ha chiesto un incontro chiarificatore al commissario provinciale, Stefano Zannier e al commissario nazionale Gianpaolo Dozzo. «Mentre Zannier ha subito dato la propria disponibilità, Dozzo ci ha snobbati, forse ritenendo la questione di poco interesse», spiega Moschioni. Invece il malcontento è cresciuto.
«Entro sabato convocheremo una riunione a Cividale con militanti, sostenitori e amministratori – promette Moschioni – per decidere cosa fare. Non siamo d’accordo con questo modo di gestire il partito. Qui si predica bene e si razzola male. La Lega dovrebbe preoccuparsi di altri problemi e non delle nomine, per cui è necessario valutare bene e tenere conto dell’esperienza delle persone. Soltanto così riusciremo a riconquistare il nostro popolo. Oggi stiamo continuando a perdere consensi».
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