Mette al mondo una creatura ma rifiuta il taglio del cordone: i medici si rivolgono alla Procura

SAN DANIELE. Momenti di tensione e incredulità quelli vissuti venerdì pomeriggio, 15 settembre, in una delle sale parto del reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di San Daniele (e non in quello di Udine, come sembrava in un primo momento).
Una partoriente infatti, dopo aver messo al mondo la sua creatura, non voleva che fosse tagliato il cordone ombelicale. Ai medici e alle ostetriche il divieto assoluto di procedere alla recisione da parte non solo della mamma, ma anche del compagno che era con lei in sala.
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Si tratta a quanto appreso di una coppia italiana mossa da convinzioni personali più che religiose. I medici hanno cercato di far capire che il cordone ombelicale, che per i 9 mesi ha fornito nutrimento e ossigeno al feto, una volta che il feto non è più nel grembo materno può rimanere attaccato per qualche minuto, ma poi possono subentrare pericolose complicazioni.
Vi è il caso in cui infatti c’è un reflusso dalla placenta che può comportare rischi importanti per il neonato. Ma la coppia non voleva sentire ragioni e ha cominciato a mettere in discussione non solo il taglio del cordone, ma anche la somministrazione di normali terapie che, nel momento del parto, vengono somministrate a mamma e bambino per la loro incolumità.
Alle motivazioni dei medici nessuna marcia indietro dai neo genitori, che pare avessero cominciato a riprendere quanto stava accadendo all’interno della sala operatoria con un telefonino e a minacciare i medici di denunce.
I minuti passavano e quello che i medici avevano prospettato ha evidentemente cominciato a verificarsi e le condizioni del bambino necessitavano dell’intervento di un pediatra e delle opportune cure.
Vedendo precipitare la situazione e assistendo a l’irremovibilità della coppia ferma sulle sue posizioni, i medici, all’unico scopo di tutelare una creatura innocente in pericolo, si sono rivolti alla Procura. Dalla Procura il via libera a fare quanto necessario a salvare il piccolo.
Mamma e bambino stanno bene. Il fatto che oggi i medici trovino la propria professionalità messa in discussione non è un caso raro: secondo quanto appreso non è il primo caso a San Daniele di coppie, che a volte per credo religioso ma, più spesso, per pratiche apprese dalla rete, mettono in discussione ciò che i medici e le ostetriche stanno facendo.
Al Sant’Antonio però finora non si era mai dovuti ricorrere alla Procura della Repubblica.
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