Mille bimbi no-vax a rischio esclusione o multa

UDINE. Oltre mille famiglie in regione rischiano una sanzione da 100 a 500 euro per non aver sottoposto i propri figli alla profilassi obbligatoria oppure l’esclusione dalla frequenza per i nidi e le scuole materne. Avranno tempo pochi mesi per discutere e chiarire la loro posizione con i medici delle rispettive Aziende sanitarie. Se al secondo richiamo non accetteranno di mettersi in regola, le autorità agiranno in base alla norma nazionale infliggendo la multa o disponendo l’esclusione.
Le posizioni a rischio
I dirigenti scolastici stanno trasmettendo in questi giorni alle Aas – la scadenza era il 20 ottobre per i nidi e le scuole dell’infanzia ed è prevista per il 20 novembre per la scuola dell’obbligo - l’elenco degli iscritti che hanno autocertificato e autorizzato il trattamento dei dati. Dalle prime informazioni ancora parziali risulta che nell’Azienda sanitaria 3 (Alto Friuli, Medio e Collinare) sono 4 mila le famiglie che si sono messe in lista d’attesa per eseguire le vaccinazioni mancanti, mentre sono 300 quelle che hanno fatto pervenire una raccomandata chiedendo “di discutere dell’obbligatorietà delle profilassi”.
Nell’Aas 4 udinese sono 6.160 i prenotati e 400 le lettere. Nell’Aas 5 pordenonese queste ultime sono 250. In totale le raccomandate sono 950. Mancano i dati ancora dell’area della bassa friulana e isontina e di Trieste. È ragionevole pensare, visto anche che i termini si stanno chiudendo, che il numero di genitori inadempienti possa salire oltre il migliaio.
L’obbligatorietà
Proprio su queste lettere di impronta “no vax” si è focalizzata l’attenzione della direzione regionale per la promozione della salute e la prevenzione. Nella circolare emanata a metà settembre il direttore generale dell’area Paolo Pischiutti era stato chiaro. «I genitori devono dimostrare all’istituto scolastico di aver richiesto l’appuntamento per eseguire le vaccinazioni dei propri figli».
La Regione, che ha sempre cercato di adottare una linea morbida attuando la legge Lorenzin, non è scesa a compromessi con le famiglie che hanno dichiarato di chiedere un colloquio per discutere dell’obbligo vaccinale, oppure non hanno presentato alle scuole la copia della raccomandata in cui si attesta la volontà di vaccinare. In entrambi i casi i bambini non possono frequentare l’asilo o la scuola materna «in quanto l’obbligatorietà non è in discussione», ha dichiarato più volte Pischiutti. Diverso è il discorso per le scuole dell’obbligo dove la legge non prevede l’esclusione dello studente, ma esiste comunque il rischio delle multe.
I primi richiami
Le Aziende Sanitarie sono al lavoro per scorporare i dati e capire chi rischia l’esclusione (scuola dell’infanzia) e chi, invece, può incorrere solo in multe (scuola dell’obbligo). Nel frattempo sono iniziati la scorsa settimana i primi richiami. «In pochi – afferma Andrea Iob responsabile di medicina preventiva nella comunità dell’Aas 3 – stanno rispondendo all’appello». «Siamo disposti al dialogo e ad ascoltare le ragioni tutti», precisa il dottore. Terminata questa prima fase chi non avrà risposto all’appello riceverà a casa una raccomandata di diffida. «Prima di procedere a ciò, sanzioni comprese, - precisa Pischiutti – vorremmo agire in maniera organica con le altre regioni e per questo chiederemo delucidazioni anche al ministero».
Code fino a giugno
Al 31 dicembre 2016 risultavano 15 mila i bambini dai 0 ai 16 anni che non erano stati sottoposti alla profilassi dell’esavalente e 25 mila al vaccino antimorbillo. Molti hanno provveduto a eseguire le vaccinazioni prima della legge Lorenzin. Altri ancora – 10 mila residenti nell’Azienda sanitaria 4 e 3 – hanno deciso di mettersi in regola quando la norma ha fatto scattare l’obbligatorietà. Una corsa che non pare arrestarsi a tal punto che le agende delle Aas sono piene di appuntamenti. «Nel distretto di Pordenone – afferma Lucio Bomben direttore del dipartimento di prevenzione dell’Aas 3 – la lista d’attesa è di tre mesi. A Maniago e Spilimbergo è tutto esaurito fino a giugno».
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