Minaccia ex moglie e compagno a Maniago: condannato a tre anni di carcere
MANIAGO. «Ormai sei morto, ti tolgo dalla faccia della terra». «Visto che riesci a essere indifferente, vediamo se reagisci quando c’è in gioco qualcuno a te caro. Carina tua sorella». «Vi è bastata una lezione o devo darvene un’altra? Ormai siete morti».
Sono alcuni degli sms che un uomo di Maniago – cui omettiamo le generalità a tutela delle vittime – aveva mandato all’ex moglie e al nuovo compagno. Ieri s’è concluso il processo per atti persecutori ed è stato condannato a tre anni di reclusione e al risarcimento dei danni.
Imputato, un 36enne originario di Brindisi e residente a Maniago, difeso dall’avvocato Dino Innocenzi, parti civili, con l’avvocato Pasquale Longobucco, l’ex moglie di 34 anni dalla quale era separato, e il suo nuovo compagno, di 36 anni. Gli atti persecutori erano cominciati nella primavera 2009, quando al compagno della donna erano giunti i primi messaggi minatori («carina tua sorella... sai nella vita può succedere di tutto») ed altri ingiuriosi.
I due si erano incontrati a Pordenone e l’imputato, secondo il capo d’accusa, gli avrebbe detto: «Mi bastano cento euro per farti sotterrare vivo», simulando il gesto di tagliargli la gola».
I tre, poi, il 24 agosto 2009, si erano incontrati in piazza, a Maniago. L’ex moglie era stata strattonata e spinta verso un muro (dieci giorni di prognosi) e minacciata: «Devi finirla, ti tolgo dalla faccia della terra». Il nuovo compagno era intervenuto per difenderla e si era sentito dire: «Ormai sei morto, ti elimino dalla faccia della terra». Lo stesso giorno, il 36enne era tornato alla carica, nell’abitazione della coppia, minacciando di togliere alla ex i bambini: «Vi è bastata la lezione o devo darvene un’altra? Spero che abbiate capito come voglio che vi comportiate».
Oltre a pedinarli lungo le vie della città dei coltelli, inoltre, il 36enne si sarebbe recato a casa dell’ex cognata chiedendole dove era andata in ferie la sorella e con che auto. Due anni dopo, altre minacce: «Non devi sentirti tanto sicura, mi hai rovinato». Tali condotte, secondo l’accusa, sarebbero poi sempre proseguite: «con sguardi di sfida e arroganza».
Il pubblico ministero Cesia Rossi Puri ha chiesto la condanna a un anno e mezzo di reclusione; la difesa, la derubricazione del reato da stalking a minacce, lesioni e ingiurie; la parte civile, il risarcimento danni.
Il giudice monocratico del tribunale di Pordenone Licia Consuelo Marini, riconoscendo la recidiva specifica, ha condannato l’imputato a tre anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni; all’ex moglie ha riconosciuto 7 mila euro di provvisionale, al compagno 3 mila.
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