Minacciò Serracchiani, 15 giorni di carcere

Pena sospesa e sanzione pecuniaria per l’ex poliziotto maniaghese che su Fb pubblicò anche l’immagine di alcuni proiettili

PORDENONE. È stato chiuso a tempo di record il caso di Romano Piccinin, l’ex poliziotto maniaghese di 52 anni che un mese e mezzo fa ha minacciato via Facebook la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pordenone, Alberto Rossi, ha già emesso un decreto penale di condanna a 15 giorni di reclusione. La pena è stata sospesa ed è stata concessa anche la non menzione, con conversione in una sanzione pecuniaria.

L’uomo aveva postato un messaggio minatorio sulla pagina del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, nel tardo pomeriggio del 20 gennaio. Oltre a una serie di insulti (che non hanno rilevanza penale dopo l’abrogazione del reato di ingiurie da parte del Governo Renzi), la Serracchiani venne apostrofata duramente per la proposta di aiutare economicamente i profughi.

A corredo dei commenti venne pubblicata l’immagine di alcuni bossoli, tratta da internet. Nel giro di poche ore la Digos di Udine è risalita al Piccinin, che aveva comunque firmato lo “sfogo”, e lo ha denunciato al pubblico ministero di Pordenone, Federico Facchin.

Nel decreto del giudice Rossi si ordina il dissequestro del materiale rinvenuto nell’alloggio di Maniago: il telefonino e il fucile da soft war saranno restituiti all’indagato mentre la divisa della Polizia fuori corso verrà consegnata alla questura di Pordenone.

Va detto che l’ex agente si era subito scusato pubblicamente con Serracchiani, spiegando di aver agito d’impulso dopo aver letto la notizia degli aiuti agli extracomunitari. «Abbiamo chiesto un incontro chiarificatore con la persona offesa per scusarci di persona ma l’Ufficio di gabinetto della presidenza della Regione ha declinato l’invito – ha raccontato l’avvocato Fabiano Filippin, che assiste il maniaghese e sta ora valutando se accettare o meno la pena indicata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pordenone –. Siamo felici per esser riusciti a dimostrare le esatte circostanze dell’episodio.

Potrebbe sussistere un problema di competenza territoriale visto che il mio assistito risiede a Maniago, Serracchiani a Udine ma il post è stato inserito sul social da Padova. Tutte e tre le Procure hanno aperto distinti fascicoli. Definire a chi spetti realmente la competenza è una questione giuridica dibattutissima e attuale. Nei prossimi giorni valuteremo comunque se far diventare irrevocabile il decreto o impugnarlo, magari per farci riconoscere le attenuanti generiche e quella dell’impeto».

La sera dell’uscita del post, la presidente della Regione incappò anche in una gaffe istituzionale, non salutando il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani: Serracchiani scambiò Alessandro per il fratello Luca, accusandolo di non aver cancellato subito le offese del Piccinin.

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