Mittelfest Young, il lavoro di Martini e la bussola di Pier Paolo Pasolini nel viaggio tra passato e futuro
Martini, giovane attore di talento, misura il tempo della storia e lo spazio della scena muovendosi con delicatezza e pudore e mette in scena non solo le parole dell’autore di Casarsa, concrete e vive come non mai, ma la rivendicazione di una fragilità maschile che è la vera novità
CIVIDALE. Mittelyoung, il festival di quattro giorni dedicato agli artisti europei under30, si è concluso domenica con nove spettacoli selezionati tra 162 proposte che hanno messo in scena prosa, danza e musica della Mitteleuropa sotto il segno di Eredi, il tema scelto dal direttore artistico Giacomo Pedini per l’edizione 2021 di Mittelfest.
I volti sorridenti, emozionati, gli occhi lucidi e il sudore sulla fronte dei giovani artisti del teatro così duramente colpito dalla pandemia, sono quanto rimarrà più impresso negli occhi di chi, con altrettanta gioia ha assistito agli spettacoli messi in scena da un gruppo scelto di artisti capaci di portare sul palcoscenico visioni, conflitti e speranze del post pandemia e soprattutto storie intime.
Tra tutti scegliamo per intensità e delicatezza il primo studio di Klaus Martini "P.P.P.ti presento l'Albania", una storia cucita con i ricordi di Ilir, un ventenne figlio di migranti che legge "Il sogno di una cosa" di Pier Paolo Pasolini.
Un libro, che apre mondi, come solo la letteratura sa fare e crea nel giovane interprete la connessione per raccontare pagine proprie che parlano di migrazione dall'Albania verso l'italia, di riti, di famiglie, di leggende, di origini, di radici, di sogni.
Martini, giovane attore di talento dal volto pasoliniano, misura il tempo della storia e lo spazio della scena muovendosi con delicatezza e pudore e mette in scena non solo le parole di Pasolini, concrete e vive come non mai, ma la rivendicazione di una fragilità maschile che è la vera novità non solo di una generazione di giovani uomini che si affaccia sulla scena del teatro italiano, ma il punto cruciale della drammaturgia.
I sentimenti contrastanti che assillano l'interprete rispetto all'appartenenza alle proprie origini, il ritrovare la voce della propria terra nelle parole di una grande scrittore e intellettuale, il libro di Pasolini tenuto tra le mani come una bussola, contribuiscono a creare una sospensione intensa e a tratti commovente, assicurando allo spettatore la possibilità di immedesimarsi in una storia solo apparentemente lontana perchè siamo tutti divisi, in bilico tra passato e futuro, tra modernità e tradizione, tra le consuetudini familiari e un presente in continua metamorfosi. Un progetto e un interprete da tenere d'occhio, un esordio decisamente felice.
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