Mobbing amministrativo quest’anno già 60 casi

Mobbing amministrativo. Le vessazioni non corrono più solo sul filo titolare-dipendente, ma anche su quello pubblica amministrazione-cittadino. Almeno a giudicare dalle richieste che arrivano allo...
Un' impiegata davanti allo schermo del computer nel suo ufficio durante l'orario di lavoro in una foto d'archivio. ANSA / FILIPPO MONTEFORTE
Un' impiegata davanti allo schermo del computer nel suo ufficio durante l'orario di lavoro in una foto d'archivio. ANSA / FILIPPO MONTEFORTE

Mobbing amministrativo. Le vessazioni non corrono più solo sul filo titolare-dipendente, ma anche su quello pubblica amministrazione-cittadino. Almeno a giudicare dalle richieste che arrivano allo sportello anti mobbing della Provincia di Udine. Sempre più friulani bussano a palazzo Belgrado chiedendo aiuto contro ingiunzioni che arrivano dallo Stato. «Non si tratta di furbetti – precisa Teresa Dennetta, avvocato del punto di ascolto di piazza Patriarcato – ma cittadini che hanno commesso qualche errore nella compilazione di un modulo o una disattenzione in buona fede e adesso devono pagare multe esorbitanti».

Oltre 60 i casi trattati dall’inizio dell’anno, oltre una trentina nell’ultima settimana. «Un uomo è arrivato da noi minacciando il suicidio perché prostrato dalle richieste di pagamento – racconta Dennetta – ma ha trovato nel centro d’ascolto una guida sicura e gratuita che è riuscita a mediare fra il problema e i creditori risolvendo la questione. E c’è anche il caso di una donna, da poco rimasta vedova, che non sapeva nulla dei conti amministrati dal marito. Tutte queste persone trovano da noi una risposta. A volte basta mettersi seduti intorno al tavolo sapendo di non avere davanti un avversario, per ragionare con calma».

Proprio negli ultimi giorni è esploso un caso molto singolare. «Coinvolge un migliaio di famiglie di Nimis – spiega Dennetta –: a casa di queste persone è arrivata la richiesta di pagamento della Tarsu in arretrato. L’origine del problema non è imputabile ai cittadini, bensì è frutto di un errore del Comune che non ha provveduto ad aggiornare i metri quadrati assoggettabili alla tassa. Un errore che va avanti da almeno 6 anni». Alle richieste di incontro avanzate al Comune dall’avvocato dello sportello antimobbing «nessuno ha dato seguito – assicura Dennetta –, ma ho l’impegno morale di dare una risposta in tempi certi a queste persone».

Quando si parla di mobbing sul posto di lavoro, sono i dipendenti del settore privato i più colpiti, ben il 68% dei casi arrivati a palazzo Belgrado, mentre il pubblico è fermo al 29%. Di questi il 56% arriva dalle autonomie locali (Comuni, Provincia, Regione). Il settore più colpito è quello dei servizi (38%), seguito dal commercio (28%). Il servizio antimobbing è attivo in piazza Patriarcato il lunedì, mercoledì e giovedì (11-19, tranne giovedì 10-16; per informazioni è possibile chiamare il numero 0432 279524) dove due operatori di accoglienza, uno psicologo-psicoterapeuta, uno psichiatra, un avvocato, un medico del lavoro e un medico legale sono pronti a ricevere le persone in difficoltà. Dal 2007 (anno di apertura del punto di ascolto) al 2011 i colloqui sono stati 962.

Michela Zanutto

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