«Mobbing in Provincia» Denuncia inviata a Ciriani

Alcuni dipendenti della Polizia dell’ente lamentano la gestione Grandin Il caso all’esame del comitato interno. Il presidente: non è mia competenza

PORDENONE. Il braccio di ferro tra dipendenti e dirigenti della pubblica amministrazione non è un fenomeno isolato. Dopo le tensioni esplose in Comune a Pordenone, nel corso dell’assemblea sindacale al quale ha partecipato, nel banco degli imputati, anche il sindaco Claudio Pedrotti, scoppia un nuovo caso, questa volta in Provincia in un terreno già minato, quello della polizia provinciale. Il comandante Samuele Grandin viene accusato da alcuni dei suoi uomini in una lettera personale e riservata che è arrivata prima di Pasqua al presidente della Provincia.

La lettera, i cui contenuti restano top secret, fa riferimento a una situazione di tensione interna al comando e potrebbe essere il primo atto formale di denuncia di una situazione che già da mesi viene raccontata come difficile da chi lavora all’interno dell’ente. Una denuncia vera e propria non c’è, quello che trapela è che la prossima settimana sarebbe stata convocata una riunione, per discutere delle problematiche enumerate nella lettera, dal centro antimobbing che è in capo alla Provincia.

Vessazioni dei dipendenti o semplici incompatibilità personali? Il presidente Ciriani, interpellato sul tema, non ritiene opportuno fare alcun tipo di dichiarazione. Si limita a ricordare che «le questioni che riguardano il personale sono in capo al direttore generale dell’ente Giovanni Blarasin». Come dire, la politica deve rimanere fuori.

La nomina di Grandin a comandante del corpo di polizia provinciale ha causato più di qualche scombussolamento in Provincia. Sulla sua nomina si erano scatenate le opposizioni depositando (a firma dei capigruppo Fabio Gasparini per Idv, Giorgio Zanin per il Pd e Angelo Masotti per Libertà civica) due esposti – riguardanti la presunta mancanza di requisiti per ricoprire il ruolo di dirigente – rispettivamente alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. Quelle denunce risultano ancora pendenti, ma al di là di una richiesta di documentazione da parte della magistratura contabile non sarebbe seguito alcun rilievo.

Resta il fatto che l’avvento di Grandin, in una fase in cui il corpo delle guardie ittico venatorie è diventato anche polizia provinciale, ha generato conflittualità sulle modalità operative del corpo. La scelta di alcuni, di rivolgersi direttamente al presidente della Provincia, testimonia quanto meno uno stato di malessere interno al Corpo. Basterà un chiarimento tra i diretti interessati per archiviare la vicenda?

Il comandante per ora si limita a prendere atto della situazione. «Non sono a conoscenza di nulla», dice Grandin. Ci possono essere stati eventi scatenanti? «Non mi risulta» è l’unica risposta che arriva. Per ora.

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