Mobilificio Europeo, resta il presidio. Si muove la politica

PRATA. Mobilificio Europeo: i lavoratori continuano a presidiare lo stabilimento di Cessalto. Al momento non pare esserci alcuna trattativa in corso e si avvicina velocemente la data di lunedì 18 novembre, giorno in cui il giudice del tribunale di Treviso dovrà esprimersi sulla richiesta di concordato in bianco presentata nel luglio scorso dalla famiglia Petrovich, proprietaria dal 1987 del mobilifio Europeo.
Senza alcun piano di rilancio, l’azienda, nel caso in cui non vi fosse l’accordo con i creditori, rischia la dichiarazione di fallimento. Attualmente, i 200 lavoratori, tra i quali molti pratesi, sono in regime di cassa integrazione, mentre un’ulteriore ventina ha richiesto la collocazione in mobilità volontaria, essendo riusciti a trovare un altro posto di lavoro.
In questi giorni, i lavoratori si stanno organizzando per nuove iniziative, da realizzarsi tra Motta di Livenza e Cessalto, dopo la clamorosa manifestazione davanti alla Martex di via Sagree a Prata una settimana fa, con un sarcastico taglio del nastro a inaugurare la nuova avventura imprenditoriale della famiglia Petrovich, che ha deciso di lasciar andare l’Europeo (con i suoi tre stabilimenti di Cessalto, Motta e in via Pellico a Prata) e i suoi 200 lavoratori, investendo nella nuova società Martex spa di via Sagree a Prata. La manovra - nella nuova compagine societaria compare il titolare del mobilificio Pianca di Gaiarine - ha fatto infuriare i lavoratori, che si chiedono se la legge italiana possa permettere un tale comportamento da parte dell’imprenditore, chiedendo a gran voce l’intervento delle istituzioni. In merito, alcuni parlamentari trevigiani e veneziani hanno presentato interrogazioni al ministro del Lavoro, Flavio Zanonato, affinchè sia fatta luce in merito all’operazione portata avanti dalla famiglia Petrovich. Nei prossimi giorni, i lavoratori metteranno in campo nuove iniziative affinchè il caso Europeo non finisca nel dimenticatoio. (c.ste.)
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