Modena City Ramblers sul “fronte occidentale” del Deposito Giordani
PORDENONE. Il Deposito Giordani, spazio alternativo pordenonese, ha cominciato la sua nuova stagione con tre concerti strepitosi: l’ultimo ieri sera, segnato dalla leggendaria presenza dell’inglese Bruce Foxton, un’ottima perfomance che ha riportato in auge le fantastiche sonorità dei Jam. E adesso si attende il ritorno di uno dei gruppi fondatori del combat folk italiano.
Sabato 2 marzo, infatti, le lucertole del folk, ovvero i Modena City Ramblers, torneranno in terra pordenonese per dare una scossa al popolo del Giordani a colpi di musica patchanka. Il tour, che vede la data friulana come seconda di una serie di concerti attraverso tutta la Penisola, ha per insegna Tutto cambia, nulla cambia e promette scintille.
È nello stile del gruppo modenese riprendere le storie dell’Italia di oggi e di ieri e ritrasmetterle al loro pubblico, con una ritmica e una melodia inconfondibile. Album storici come La Grande Famiglia e ¡Viva la vida, Muera la muerte!, che ha vinto con la canzone Ebano l’ambito premio Amnesty. Voci per la libertà, rimangono in tutte le raccolte degli autentici fans che sgeuono da sempre i Modena City Ramblers.
E un passaggio obbligato, per la gente dei Ramblers, sarà anche – senza dubbio – questo nuovo album, Niente di nuovo sul fronte occidentale, che verrà presentato a Pordenone e che contiene un doppio cd dalla duplice anima: diventerà un must per chi ama i Delinqueint de Modna.
Il primo cd, Niente di nuovo, è elettrico e aggressivo, con cavalcate combat-folk e canzoni rock meticce, quasi sperimentali per le coordinate artistiche della band. Fa da contraltare a un “Lato B”, diciamo così, chiamato Sul fronte occidentale, di genere più tradizionale, dove le ballads e le suggestioni acustiche e cantautorali disegnano con grande maturità orizzonti sonori, da vent’anni abituali per i nostri Delinqueint.
Le vicende trattate sono talvolta drammatiche, talvolta eroiche, talaltra allegre e commoventi, in qualche caso narrazioni più mediate e metaforiche, a comporre un quadro d’insieme che rappresenta un deciso passo in avanti nel definire il patrimonio di canzoni (quello che gli anglosassoni definirebbero songbook) del gruppo e nel consolidare il suo percorso da protagonista nella moderna canzone folk.
Al Deposito Giordani ci si aspetta, quindi, una serata dei Modena City Ramblers diversa, non solo con i classici che li hanno portato alla ribalta in tutte le grandi piazze italiane dove si muovono come protagonisti da più di vent’anni, ma anche con canzoni nuove che daranno inedita linfa a uno spettacolo che si peannuncia carico di adrenalina ed emozioni e che riuscirà a impressione per forza ritmica.
Nel cartellone del Deposito Giordani ci sono altre stelle che brilleranno nei prossimi due mesi, ricordiamo gli Afterhours, il prossimo 13 aprile, Max Gazzé, il cantautore reduce dal festival di da Sanremo, in scena il 19. Insieme a questi due concerti, che potremmo considerare headliner della nuova stagione, il club pordenonese si contraddistingue ancora una volta per varietà e per originalità di scelte.
Il 3 marzo sarà la volta dell’hip hop con Ensi, all'anagrafe Jari Vella, classe 1985, nato e cresciuto nella periferia di Torino. Le sue prime rime risalgono all’anno 2000, periodo in cui comincia, giovanissimo, ad appassionarsi al rap e al writing. E poi il rock degli Area: sabato 23 saranno infatti sul palco Patrizio Fariselli, Paolo Tofani e Ares Tavolazzi, ovvero tre dei componenti storici di uno dei gruppi italiani che hanno segnato indelebilmente le vicende musicali degli anni Settanta.
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