Monte Croce, c’è il tracciato alternativo alla 52 bis: individuato su un versante sicuro

L’assessore regionale Cristina Amirante sostiene il progetto emerso durante un convegno di tecnici

Alessandro Cesare
Il convegno che si è svolto ieri nel polo dei Rizzi dell’Università di Udine alla presenza di numerosi professionisti e politici (Foto Petrussi)
Il convegno che si è svolto ieri nel polo dei Rizzi dell’Università di Udine alla presenza di numerosi professionisti e politici (Foto Petrussi)

PALUZZA. I dati raccolti suggeriscono di individuare un tracciato alternativo a quello attuale della statale 52 bis Carnica. I tecnici l’hanno già identificato, su un versante, sulla carta, al riparo da frane e slavine.

Ora tocca alla politica decidere, ferma restando la volontà, già espressa da Anas e Regione Fvg, di mettere in sicurezza la strada interrotta da una frana lo scorso 2 dicembre, per giungere entro la fine del 2024 a una sua parziale apertura.

La strada per Monte Croce e la frana tra Italia e Austria che ferma i turisti

«L’alternativa proposta è interessante – ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture Cristina Amirante –, su un versante sicuro e con una progettualità già sviluppata. Il confronto è aperto e la decisione va presa, ma con i tempi giusti. Un minimo di riflessione occorre farla. L’incontro è stato interessante per raccogliere una serie di dati tecnici e scientifici».

Amirante si è espressa al termine del convegno “Monte Croce Carnico – Una strada “difficile”. Storia, geologia e nuovi progetti”, ospitato ieri nel polo dei Rizzi dell’Università e organizzato dall’Associazione degli ingegneri della provincia di Udine e dall’ateneo friulano.

Sono necessari almeno 200 milioni per il tunnel fra Carnia e Austria

«Stiamo lavorando con Anas per il ripristino della viabilità esistente – ha aggiunto l’assessore regionale – l’ultimo incontro c’è stato lunedì. Si vuole giungere entro la fine dell’anno a una sua messa in sicurezza e a un’apertura temporanea e controllata nel tempo.

Il collegamento, infatti, è indispensabile per le aree limitrofe al passo. La progettazione dei lavori di messa in sicurezza è in corso – ha anticipato Amirante – così come il reperimento delle risorse, pari a circa 20 milioni di euro».

Frana sulla strada del passo Monte Croce Carnico, Anas pronta a intervenire: lavori in tempi brevi per la messa in sicurezza della statale 52 Bis
L’evento franoso sulla strada statale 52 bis "Carnica" si era verificato tra il primo e il 2 dicembre a seguito di un periodo di intense precipitazioni

Un convegno molto partecipato, tra professionisti, studenti e componente politica. A portare gli indirizzi di saluto sono stati Giancarlo Saro, Alessandro Gasparetto e Marco Petti, che hanno ringraziato l’ex senatore Diego Carpenedo, presente in sala, per aver suggerito l’incontro. Tra i volti noti, il sindaco reggente di Paluzza Luca Scrignaro (c’erano anche numerosi primi cittadini della Carnia), il vicepresidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini, i consiglieri regionali Massimo Mentil e Manuele Ferrari.

A prendere la parola sono stati il docente di Geologia applicata Paolo Paronuzzi, l’ingegnere Michela Diracca, il geologo Andrea Mocchiutti e l’ingegnere Francesco Alessandrini, coordinati dal ricercatore Alberto Bolla. Se il primo ha approfondito il tema delle frane di crollo e delle loro caratteristiche («è la tipologia di frana più tipica del Fvg – ha ricordato – non parliamo di nulla di eccezionale»), la seconda si è occupata di un excursus storico della strada verso il passo, soffermandosi in particolare sui vecchi tracciati romani («la frana ci ha messo di fronte a un nuovo problema di percorribilità che potrebbe diventare un’opportunità», ha auspicato).

Frana sulla strada del passo Monte Croce Carnico, Anas pronta a intervenire: lavori in tempi brevi per la messa in sicurezza della statale 52 Bis
L’evento franoso sulla strada statale 52 bis "Carnica" si era verificato tra il primo e il 2 dicembre a seguito di un periodo di intense precipitazioni

Mocchiutti ha reso noto una serie di analisi geologiche sulla frana, mentre Alessandrini ha approfondito il progetto di variante, destinato a essere realizzato sul versante opposto rispetto a quello attuale, con un investimento di 60 milioni di euro e 2,5 anni di lavori (più un altro anno e mezzo per progettazione e autorizzazioni). L’ultima parola, come detto, spetta alla politica.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto