Monte Jovet, altra notte di paura FOTO 1 - FOTO 2 - VIDEO 1 - VIDEO 2

Sarà un'altra notte d'ansia a Chiusaforte e in Val Raccolana a causa del grande rogo sul Monte Jovet. La gente protesta: doveva arrivare prima il grande elicottero. Nuovo allarme sul fronte vicino a Pontebba: le fiamme puntano sull'altopiano del Montasio. Dopo le 21 il tratto della statale Pontebbana interessato all'incendio è stato riaperto, ma si naviga a vista perchè il fumo complica le cose. Domani mattina al sorgere del sole si vedrà quanti metri ha guadagnato il fronte del fuoco. Anche sul monte Sernio sopra Tolmezzo si è sviluppato un incendio.

CHIUSAFORTE. Sarà un'altra notte di paura in val Raccolana e nelle zone interessate dall'incendio che da quasi un mese sta bruciando ettari ed ettari di bosco sul monte Jovet. Dopo una chiusura di cinque ore nel pomeriggio la Pontebbana è stata riaperta. Ma i soccorritori navigano a vista perchè il fumo sta rendendo la vita difficile al traffico. L’odore acre del fumo, che si appiccica ovunque, s’incolla ai vestiti e alle pareti delle case e che ieri mattina si avvertiva distintamente in tutta l’alta pianura fino al capoluogo friulano. Il fumo dei due incendi, quello che interessa la zona di Pietratagliata e quello sviluppatosi a ridosso di Patocco in Comune di Chiusaforte, ieri mattina – complice l’assenza totale di vento – si era appollaiato ovunque creando un’atmosfera quasi lunare: ovunque un’inquietante uniformità giallastra. A Chiusaforte, ma anche nei paesi vicini, è stata una notte d’inferno. Impossibile aprire le finestre. Difficile stare all’aperto. E impossibile anche per i Canadair e gli elicotteri scaricare l’acqua sul fuoco che continua a bruciare ettari ed ettari di bosco.

Certo, le frazioni di Patocco e adesso anche quella un po’ più a valle di Chiout Cali sono state messe in sicurezza. Ma l’incendio, anzi, gli incendi non si fermano. E quello che interessa la zona di Patocco e della Val Raccolana ora si sta mangiando gli alberi della fascia dello Jovet e punta dritto verso l’altopiano del Montasio.

Previsioni? Massimo Pugnetti, ispettore del Corpo forestale regionale, allarga le braccia. «In questo momento - commenta – il vero problema è il fumo che sta rallentando gli interventi». Quanto al fuoco, che continua a divorarsi tonnellate di conifere, è stimato che nella zona di Chiusaforte interessi un fronte di circa 3 chilometri su una superfice di circa 350 ettari di bosco, mentre quello sopra Pietratagliata è diviso in tre tronconi su un centinaio di ettari. Stime a spanne, verrebbe da dire, perché, purtroppo, i conti si faranno alla fine. Sono circa le 12 e all’improvviso il fumo si dirada, il sole fa capolino nella “nebbia” e improvvisamente la temperatura s’impenna di 8-9 gradi.

Gli interventi degli elicotteri e di Canadair riprendono a pieno ritmo. Ieri, finalmente, s’è visto anche l’Ericsson, il bestione che sembra un gigantesco calabrone, messo a disposizione dela Protezione civile nazionale. È capace di trasportare circa 10 mila litri di acqua, molto di più dei Canadair. Ma soprattutto è in grado di raggiungere posti interdetti agli aeroplani anti-incendi costretti a scaricare l’acqua in corsa. Il “grande calabrone”, invece, può anche stazionare sopra le fiamme e lasciar cadere vere e proprie bombe d’acqua.

«Con questo mezzo – dichiara l’ispettore Giovanni Casati – ci potrebbe essere la svolta. Ma la situazione rimane grave perché caldo e siccità non ci aiutano». Nemmeno le previsioni del tempo fanno ben sperare. Ci potrebbe essere qualche temporale isolato tra giovedì e venerdì, ma è impossibile stabilire la localizzazione. E le fiamme continuano a salire. Nel primo pomeriggio, i focolai lungo la Val Raccolana sono visibili e paiono moltiplicarsi.

I vigili del fuoco hanno raggiunto le frazioni di Piani di qua e Piani di là per metterle in sicurezza. Ieri hanno lavorato senza sosta 45 volontari della Protezione civile 14 uomini del Corpo forestale e una quarantina di vigili del fuoco dei distaccamenti di Udine, Gorizia e Pordenone. Gli stessi pompieri i questi giorni hanno garantito giorno e notte la sicurezza degli abitati. Quello che più ha rischiato è stato Patocco. Molti villeggianti sono tornati alle loro abitazioni abituali. Soltanto alcuni affezionati irriducibili hanno deciso di rimanere lassù anche se è stata interrotta l’erogazione dell’acqua potabile.

Gli abitanti della zona assistono da giorni alle operazioni di spegnimento. Molti si chiedono come mai l’Ericsson sia arrivato soltanto ieri. «Non è possibile – afferma con disappunto un pensionato – che a Roma sia siano svegliati soltanto adesso. Qui la montagna brucia dal 14 luglio». Immediata la replica a distanza di Valmore Venturini, dirigente dei Vigili del fuoco: «In questo momento in tutta Italia la Protezione civile è alle prese con ben 18 incendi importanti».

Sarà, ma i dubbi restano e sono diversi. A cominciare dal fatto che i due incendi, Pietratagliata e Patocco, sono divampati rispettivamente il 12 e il 14 luglio scorso. I focolai furono innescati da due fulmini. Già, si sarebbe potuto intervenire subito con maggiore decisione? I due focolai sono stati forse sottovalutati? Non era evidente che la situazione siccitosa rappresentava l’humus migliore per le fiamme? E ancora: un’azione poderosa e coordinata nei primi giorni avrebbe potuto scongiurare il peggio? Sono le domande che rimbalzano tra le persone del posto. Sono gli interrogativi che per adesso non trovano risposta. Sono, a tratti, gli sfoghi amari di chi è convinto che anche questa volta si sarebbe potuto fare di più e meglio.

Per tutto il pomeriggio di ieri il via vai dal torrente Raccolana che serve da serbatoio ai monti di Canadair, elicotteri e dell’Ericsson è stato incessante. E in serata un nuovo allarme. L’incendio di Pietratagliata pare puntare verso Dogna. Questa mattina se ne saprà di più.

Il fronte si allarga. In mattinata il fronte delle fiamme si è allargato. Il fuoco ora punta verso l'altipiano del Montasio. Continua senza sosta il lavoro di vigili del fuoco e delle protezione civile.

Chiusa la strada della Val Raccolana. Operai della Provincia di Udine sono al lavoro da stamani per pulire e sfalciare gli arbusti nella frazione di Stretti, nel comune di Chiusaforte  interessato dall'incendio che da due settimane colpisce la Val Canale.

L'intervento della Provincia di Udine è stato richiesto ieri, in serata, dalla Protezione Civile regionale per creare una fascia di contenimento e impedire che il fuoco si propaghi nelle vicinanze dei paesi. Poiché il fuoco è giunto sul versante della strada provinciale Val Raccolana, gli addetti alla viabilità nel primo pomeriggio di oggi sono stati costretti a chiudere la strada al transito (fatta eccezione per i mezzi impegnati nella gestione dell'emergenza) per pericolo di caduta massi.

La popolazione delle borgate Piani di Qua e Piani di La potrà utilizzare per gli spostamenti la strada verso Sella Nevea. La provinciale rimarrà chiusa fino a quando persisterà il pericolo di caduta massi.

Chiusa a tempo anche la Pontebbana. Dalle 17 alle 21 rimane chiusa anche la statale 13 Pontabbana nella zona interssata dall'incendio.

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