Montiani candidati solo per due giorni

Verso le elezioni. La lista del Professore si ritira dalla competizione per la guida della Regione. Hanno pesato accordi romani

UDINE. Il colpo di scena arriva a poche ore dall’investitura dell’avvocato triestino Alfredo Antonini a candidato presidente di “Scelta civica” alle Regionali. Matura in ambiente romano tra venerdì sera e ieri mattina per essere poi comunicato ad Antonini dal Presidente del consiglio,

Mario Monti, in persona: Scelta civica si ritira dalla corsa elettorale. Non parteciperà alle Regionali del prossimo 21 aprile. I motivi? «Le difficoltà del quadro nazionale, caratterizzato da una crisi politico-istituzionale di difficile soluzione, e l’impossibilità di ricostruire localmente il raggruppamento che aveva partecipato alle elezioni nazionali hanno fatto prevalere altri elementi di valutazione – si legge in una nota a firma dei parlamentari Gian Luigi Gigli e Alessandro Maran – tenuto conto dei quali i vertici nazionali hanno comunicato al candidato presidente Alfredo Antonini la decisione di rinunciare alla presentazione di liste autonome alle prossime elezioni Regionali».

Questa la spiegazione ufficiale. Quella ufficiosa è invece che Mario Monti si sia alleato con il Pd per assicurarsi la presidenza al Senato. L’elezione della seconda carica dello Stato è fissata infatti per venerdì prossimo e in vista di quell’appuntamento, nella capitale si starebbero tessendo tele finalizzate ad assicurare al Presidente del consiglio i necessari appoggi.

Il Partito Democratico avrebbe chiesto a Monti un disimpegno politico e a far da agnello sacrificale, quale dimostrazione di un primo passo indietro, sarebbe proprio la partecipazione dei montiani alle Regionali in Fvg. Ciononostante Scelta civica si fosse già abbondantemente esposta in vista del voto del 21 aprile avendo annunciato, di fresco, il nome del candidato presidente, rimasto in carica per sole 48 ore, e avendo quasi avuto ragione anche delle liste, alle quali non mancava, ieri mattina, che una candidata di genere femminile a Gorizia per chiudere le 5 “formazioni”.

Da alleato di Scelta civica, il segretario regionale di Fli, Paolo Ciani, decreta la fine del movimento montiano: «A livello nazionale non hanno avuto il coraggio di provarci e a fronte di questa decisione l’esperienza della civica di Monti è da considerarsi franata, giunta il capolinea». Una scelta che pare sia figlia dei soli vertici della civica, presa insomma sulle teste dei leader locali, parlamentari compresi, e su quella di Fli, che così si gioca la possibilità di esprimere i propri candidati in consiglio, compreso Ciani, che dribbla con una battuta: «Sono sereno, visto che ancora gli avvisi di garanzia non mi hanno sfiorato», conclude riferendosi alle indagini in corso sulle spese dei gruppi consigliari. Sereno è anche il candidato presidente. Investito e disinvestito dal ruolo a tempo record.

«Poteva essere una partita bellissima – afferma Antonini –. Mi era stata chiesta la disponibilità e l’avevo data nel giro di sole due ore, credendo in un’operazione di onestà, costruita su nomi nuovi, sull’impegno e sull’entusiasmo. Poi sono state fatte scelte diverse e noi ci adeguiamo». Scelte che ad Antonini, come detto, sono state comunicate, ieri mattina, dal Presidente Monti in una telefonata sul cui contenuto, però, Antonini non vuole svelare nulla. Come per altro Gigli, il cui telefono ieri è stato spento per tutto il pomeriggio, mentre Maran, al suo, ha preferito non rispondere. Telefonate d’affetto e stima hanno invece inondato Antonini, mentre i militanti di Fli hanno chiesto a Ciani di andare avanti anche senza Scelta civica. Ipotesi che il segretario regionale ha escluso categoricamente: «Correre a ogni costo non è obbligatorio».

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