Morte-giallo, due primari indagati

Oggi l’autopsia di Nadia Basso, 68 anni. Prima un mal di testa, poi il ricovero e il decesso. La famiglia vuole vederci chiaro
Di Martina Milia

Mal di testa fastidiosi, fino al ricovero in pronto soccorso, in codice rosso. Poi il trasferimento in reparto e la morte, improvvisa, in attesa di una risonanza magnetica che non arriverà in tempo.

Sono questi gli aspetti da chiarire per i familiari di Nadia Basso, deceduta il 5 maggio, a 68 anni, all’ospedale di Pordenone, dopo due settimane di ricovero. L’esposto presentato in Procura dai figli della donna, Francesca e Roberto, va nella direzione di capire cosa sia successo. «Non accusiamo nessuno – dice con pacatezza la figlia Francesca – vogliamo solo trovare pace, sapere perché la mamma sia morta improvvisamente».

L’indagine avviata dal pm Annita Sorti ha portato per ora all’iscrizione nel registro degli indagati – come vuole la prassi affinché medici e ospedale possano partecipare agli accertamenti – dei responsabili dei servizi di Radiologia, Paolo Mancinelli, e Neurologia, Laura Locatelli. Ieri i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria del tribunale sono stati in ospedale e hanno acquisito la cartella clinica e le carte relative al ricovero della signora Basso.

Oggi pomeriggio si terrà l’autopsia dalla quale dovrebbero arrivare i primi importanti elementi sulle cause del decesso. I familiari hanno nominato legale di fiducia, l’avvocato Orsola Costanza, e due consulenti di parte che seguiranno l’autopsia.

Donna vivace e combattiva, Nadia aveva perso il marito troppo presto, ma al dolore aveva reagito con forza. «Amava la sua città – racconta la figlia Francesca che è rientrata dall’Indonesia, dove vive, quando la mamma è stata ricoverata –, considerava Pordenone il miglior posto dove vivere. Andava a teatro, era sempre impegnata, era una persona disponibile con gli altri e anche per questo benvoluta». Non soffriva di emicrania, ma nell’ultimo periodo Nadia non stava bene. Non si era trascurata, però. Aveva fatto gli esami del sangue e gli accertamenti che il medico di famiglia le aveva prescritto. Poi il ricovero improvviso in pronto soccorso il 20 aprile e il trasferimento nel reparto di neurologia. I primi esami avevano dato esito negativo, i medici confidavano nei risultati della Risonanza magnetica con contrasto che però è stata fissata solo il 5 maggio, giorno in cui Nadia Basso è morta.

«Il giorno prima ci siamo salutate - prosegue la figlia – e mi ha rassicurato, era tranquilla. So che la sera, avendo male alla testa e al collo, ha chiesto una tachipirina. Il resto non lo conosciamo. La mamma è stata trovata già morta la mattina dopo. Ed è a questo buco nero che abbiamo bisogno di dare una risposta».

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