Morto a 91 anni Franco Vattolo, l’architetto «che amava il bello»
Raccolse l’eredità di Carlo Scarpa per il restauro del museo Revoltella di Trieste. Con il padre, negli anni Settanta, cercava oggetti di design per il negozio in centro
UDINE. Un uomo riservato, un professionista colto e raffinato che amava più fare che dire. Questo era l’architetto Franco Vattolo, che rifuggiva le luci della ribalta e preferiva rifugiarsi tra i suoi disegni.
Di progetti ne ha portati avanti molti, uno su tutti il restauro del museo Revoltella di Trieste, raccogliendo l’eredità dell’architetto veneziano Carlo Scarpa di cui era stato allievo e collaboratore.
Negli ultimi anni le sue condizioni di salute si sono aggravate ed è mancato all’ospedale di Udine a 91 anni. Lascia la moglie Laura Hirsch, i figli Samuele e Michele, la nuora Chiara e i tre nipotini. Ma a piangerlo sono in tanti, dal momento che Franco Vattolo era molto conosciuto in città anche per il negozio di famiglia di via Cavour, ora passato di proprietà, che aveva aperto il padre Lanfranco e la madre Ada e che anche lui aveva contribuito ad arricchire con tocchi personali e con oggetti di design appositamente acquistati in giro per l’Europa.
Proprio dal padre, emigrato a Parigi con la moglie e rientrato a Udine dopo la nascita del figlio, nel 1930, Franco aveva ereditato il culto del bello. Forte dell’esperienza maturata in Francia, il genitore, dopo la guerra, aveva aperto un piccolo negozio di oggetti e complementi di arredo in via Carducci, poi trasferito in spazi maggiori in via Cavour negli anni Cinquanta, con laboratorio in via Marsala. «Quando mio padre studiava architettura a Venezia – racconta il figlio di Franco, Samuele Vattolo – collaborava con mio nonno e recuperavano viaggiando in Europa oggetti di design e di valore che poi proponevano nel negozio di Udine. Allora non c’era internet ed era difficile trovare queste cose».
«Hanno scoperto il valore dei mobili antichi negli arredi – sottolinea la moglie di Franco, Laura Hirsch, anche lei architetto –. I Vattolo ne hanno proposto, ottenendo molto successo, il restauro e il riutilizzo nelle case moderne». Durante i suoi studi a Venezia (si laureò nel 1961) Franco Vattolo aveva conosciuto l’architetto Carlo Scarpa, con il quale collaborò a lungo. E aveva anche capito di non voler fare solo il commerciante. «Franco – ricorda la moglie – si raccomandava di conservare le cose belle, che lui e suo padre avevano inseguito per tutta la vita».
L’architettò collaborò con la famiglia Nonino «negli anni Sessanta e fino ai Novanta, contribuendo tra l’altro a costruire l’immagine delle bottiglie e a realizzare le etichette. Lavorò anche per la casa e l’azienda».
A Trieste nel 1971 prese in mano il restauro del museo Revoltella, elaborato da Scarpa e al quale si dedicò parecchi anni. «Il museo restaurato fu inaugurato nel 1992 – ricorda Maria Masau Dan, fino al 2015 direttrice del Revoltella – : Vattolo ereditò il progetto di Scarpa lavorando con grande scrupolo e rispettandone la concezione. Un progetto importante, a Trieste era un’opera del tutto nuova, modernissima. Anche adesso – sottolinea – dal punto di vista architettonico continua a essere attuale e molto interessante. Ma Vattolo riuscì anche a correggere alcune problematiche che il progetto aveva fatto sorgere, legate a problemi di sicurezza. Architetto molto sensibile e persona di grande cultura, non si era mai imposto, lavorando in maniera delicata e raffinata al progetto, poi concluso dall’architetto Gianpaolo Bartoli. Vattolo ha permesso che Trieste conservasse un’opera di Carlo Scarpa, è stato un grande professionista: trasportò le idee geniali del maestro in esecuzioni concrete».
Al museo Revoltella, inoltre, Vattolo donò una serie di disegni originali dello stesso Scarpa. Franco Vattolo, oltre che di arte, letteratura e musica, era un grande appassionato di montagna, dove trascorreva il suo tempo non appena poteva. «Si era costruito da solo un camper – riferisce il figlio – con il quale viaggiavamo molto. Aveva infatti trasformato un vecchio furgone dell’azienda disegnando e realizzando poi da solo i mobili: era un artista a tutto tondo». Un uomo che adorava il suo lavoro, ma che preferiva non essere al centro dell’attenzione. Tanto che, alcuni anni fa, in occasione di un riconoscimento tributatogli dall’Ordine degli architetti di Udine «preferì non salire nemmeno sul palco».
I funerali di Franco Vattolo saranno celebrati sabato 25 giugno, alle 10.30, nella chiesa della Purità di Udine.
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