Morto ai Caraibi, presto il rimpatrio della salma

Atteso per oggi il nulla osta, il rientro a Cavasso dovrebbe avvenire in settimana. Indagini a un punto fermo: difficile risalire all’identità di chi conduceva la barca

CAVASSO NUOVO. Il rimpatrio della salma di Romano Francescon è previsto entro la settimana: lo hanno comunicato le autorità dominicane ai familiari del 39enne di Cavasso Nuovo, trovato privo di vita martedì scorso sulla spiaggia Playita di Las Galeras, nella provincia di Samanà. I tempi di attesa del feretro potrebbero essere quindi più celeri del previsto e una volta ottenuto il nulla osta alla sepoltura, che potrebbe essere rilasciato oggi, si potrà fissare anche la data in cui saranno celebrate le esequie (se tutto dovesse andare secondo quanto prospettato i funerali potrebbero essere officiati all’inizio della prossima settimana).

Le autorità locali hanno confermato ai familiari che la causa del decesso è un trauma alla testa provocato da un’imbarcazione, che ha colpito Romano mentre stava risalendo dai fondali marini, nel corso di una battuta di pesca in apnea. Pare che il 39enne sia morto subito dopo l’impatto e non per annegamento in seguito al colpo subito. Da quanto è emerso, inoltre, le autorità dominicane, che stanno indagando per omicidio colposo, ritengono sia molto difficile risalire all’identità di chi stesse conducendo l’imbarcazione, considerato pure che non ci sono testimoni e in questi giorni le ricerche non hanno portato ad alcun risultato positivo su questo fronte.

Intanto, la notizia della morte dell’imprenditore di Cavasso Nuovo, che appena una settimana prima della tragedia aveva aperto il bar-ristorantino Siriviela, ha fatto il giro del mondo: ad alcuni congiunti sono arrivate mail da vari Paesi, come gli Stati Uniti, in cui diversi italiani esprimono la propria vicinanza alla famiglia.

E c’è pure chi si è reso disponibile a condurre, per quanto possibile, indagini sul caso e a fornire il proprio contributo per recuperare i beni del 39enne e rispedirli ai familiari. Si tratta di Bruno Tulissio, friulano residente da 19 anni in Repubblica Dominicana, che, dopo avere appreso la notizia del decesso, si è voluto mettere a disposizione per dare un supporto ai genitori di Romano, conoscendo le difficoltà che si possono incontrare quando si è lontani, non si hanno contatti, le istituzioni sono latitanti e non si sa come muoversi, in particolare, nel momento in cui succedono tragici episodi.

Sul profilo Facebook di Romano, amici e conoscenti continuano a lasciare messaggi di affetto e a pubblicare foto che ritraggono il 39enne quando era adolescente. Gli amici dominicani, che hanno anche appeso a Samanà uno striscione in cui si legge “Perché soltanto i buoni devono morire?”, anche nelle ultime ore hanno condiviso alcune foto di Romano sulle proprie bacheche, corredate dal commento «per non dimenticare».

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