Morto Claudio Noacco, storico primario di Diabetologia: era positivo al Covid

Aveva 76 anni. Assieme al professor Benedetti portò il reparto ad alti livelli

UDINE. La sanità martedì 8 dicembre ha perso una figura storica della medicina friulana. All’ospedale di Udine, dove era ricoverato da alcuni giorni dopo essere risultato positivo al Covid, è morto il dottor Claudio Noacco, che con il professor Andrea Benedetti aveva fondato nei primi anni Settanta il Centro diabetologico del Santa Maria della Misericordia. Aveva 76 anni. Lascia la moglie Alessandra, i figli Andrea, Mariastella e Alessandro, ma a piangerlo sono anche tantissimi professionisti che hanno lavorato con lui e gli molti pazienti che ha curato migliorandone la salute.

«Per la diabetologia friulana è stato un punto di riferimento – lo ricorda con affetto Mario Da Porto, segretario generale dell’Ordine dei medici di Udine –. Assieme al professor Benedetti aveva creato il Centro diabetologico ancora in via Monte Grappa e con la loro equipe di medici e collaboratori erano riusciti a portare la diabetologia friulana a livelli eccelsi anche sul fronte internazionale. Per me, che con lui ho preparato la tesi di laurea, è stato un caro amico, un collega, ma soprattutto un grande maestro». «Ha sempre stimolato i giovani medici a lavorare, studiare e fare ricerca anche all’estero. Riusciva a trasmettere il piacere del sapere e della cura»: questo il ricordo del primario di Medicina interna a Palmanova, Raffaele Zoratti, che da neolaureato, nel 1992, aveva avuto modo di lavorare con lui senza mai perderne i contatti.



Claudio Noacco dopo la maturità con il massimo dei voti allo Stellini studiò a Padova, dove nel 1970 si laureò “cum laude” in Medicina e chirurgia. Seguì la specializzazione a Firenze in “Endocrinologia e malattie del ricambio” nel 1972, ma già dopo la laurea entrò in servizio all’ospedale civile di Udine come assistente del professor Benedetti, poi come suo aiuto e infine diventò anche primario di Endocrinologia e Diabetologia quando i due reparti furono uniti. Rimase in ospedale fino al 2009, quindi esercitò la libera professione, ricoprì il ruolo di direttore sanitario delle terme di Arta Terme e della Città della salute al Fiera. Ma fu anche medico nutrizionista per i giocatori dell’Udinese calcio.


Fu nominato cavaliere della Repubblica e ricoprì l’incarico di presidente dell’Associazione medici diabetologi a livello nazionale. Claudio Noacco fece parte del Partito liberale e fu anche consigliere comunale per due mandati con il sindaco Angelo Candolini. E con altri soci fondò, nel 1979, il Rotary club di Udine nord.

Chi lo ha conosciuto, lo ricorda come una «grande persona, estremamente elegante, con un suo stile. Un uomo di poche parole, ma preciso e attento agli altri. Cordiale e determinato nel portare avanti i suoi progetti».

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«Era positivo al coronavirus – racconta commosso il figlio Alessandro – , il 22 novembre è arrivata la febbre e successivamente si è reso necessario il ricovero ospedaliero. Il suo sistema immunitario era già debilitato per patologie pregresse e le sue condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate fino a determinarne la morte. Mio padre era una persona eccezionale sotto tutti i punti di vista, professionali e umani. Ha saputo insegnare determinazione e rispetto ai propri figli, ma è stato un maestro di vita per tanti. Aveva una spiccata passione per la storia – riferisce ancora Alessandro Noacco – e la cultura. Era molto preparato da un punto di vista umanistico e socio-politico. Aveva una predisposizione per il dialogo che utilizzava con pazienti, amici e con noi figli».


 

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