Morto il giovane scivolato sullo Zoncolan

Ferite troppo gravi: non ce l’ha fatta il triestino di 20 anni che domenica sera era stato soccorso dopo un volo di decine di metri

SUTRIO. Non ce l'ha fatta Elia Ghisellini, il triestino di 20 anni scivolato in un burrone domenica sera sul monte Zoncolan. Il ragazzo, trasportato nella notte all’ospedale di Tolmezzo è deceduto poco dopo il ricovero. Troppo gravi i traumi riportati nella rovinosa caduta.

Ghisellini con un amico era giunto in automobile in Carnia per prendere parte ad una festa organizzata dal rifugio Goles, che si trova sulle piste del demanio dello Zoncolan. I due ragazzi avevano lasciato l’automobile a Ravascletto, da dove hanno potuto raggiungere la loro meta salendo con la cabinovia. Sull’altro versante, quello di Sutrio, la zona invece è raggiungibili anche in automobile, sino a quota 1.200 metri, dove inizia il demanio sciistico del polo carnico. La festa è terminata verso le 17, quindi tutti gli avventori, esclusi i residenti del rifugio, sono stati trasportati ai piedi delle piste, dove si trova il parcheggio a quota 1.200 metri, nei pressi dell’albergo Enzo Moro.

Secondo le prime ricostruzioni, i due ragazzi non hanno inteso scendere o chiedere un passaggio per raggiungere Sutrio: la distanza per raggiungere la loro vettura a Ravascletto sarebbe stata ancora lunga. E così, verso le 18, hanno imboccato una strada forestale che sfocia in un ripido e scosceso sentiero che dirige verso la Val Secca. Dopo aver lasciato la Pista 1, i due amici hanno percorso un centinaio di metri, quindi su un tratto ghiacciato, Ghisellini è scivolato, a 200 metri dalla linea del crinale, terminando la sua caduta in un crepaccio un centinaio di metri più a valle, in direzione di Cercivento e Zovello di Ravascletto.

Immediato l’allarme lanciato al 118 dall’amico. Sul posto una trentina di operatori del soccorso alpino, una macchina oramai collaudata, che ha visto in azione il Cnsas di Forni Avoltri, che ha coordinato l'intervento, le squadre della guardia di finanza e dei carabinieri, a cui si sono aggiunti gli agenti di polizia e del corpo forestale regionale di Tolmezzo in servizio sulle piste da sci dello Zoncolan, e i vigili del fuoco della città carnica.

I soccorritori hanno contattato l’amico dei Elia, che ha dato loro le coordinate di dove si trovava. Seguendo le indicazioni dei soccorritori è quindi ritornato sui suoi passi sino alla pista innevata e ha condotto le squadre di soccorso fino al punto dove Ghisellini era scivolato, un centinaio di metri all’interno del bosco.

Elia, quando è stato raggiunto non senza difficoltà dai soccorritori e dai sanitari del 118 di Tolmezzo, era già incosciente. Il medico, assieme a un rianimatore e a un infermiere, hanno tentato a lungo di rianimare il ferito e solo verso le 23 è stato possibile, una volta stabilizzate le sue condizioni di salute, trasportarlo su una barella sino al parcheggio a quota 1.200 da dove è stato trasportato in autoambulanza al nosocomio tolmezzino.

Una operazione di soccorso effettuata – fanno sapere i coordinatori del soccorso alpino – con notevoli difficoltà, sia per le difficoltà legate al luogo impervio dove è avvenuto l’incidente, sia per il fatto che si operava al buio. A complicare tutto sono anche state le condizioni delicatissime in cui si trovava il ferito. L’insieme dei problemi ha allungato il tempo tecnico per effettuare in sicurezza tutte le operazioni di recupero del giovane triestino. In ogni caso, seppur in gravissime condizioni, è stato alla fine strasportato in ospedale.

La salma di Elia Ghisellini è stata composta nella sala mortuaria dell'ospedale civile di Tolmezzo in attesa del nulla osta per le esequie.

Gino Grillo

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