Morto il “maestri” Serini, suonò con Pupo

Tanja Ariis / TOLMEZZO
La comunità di Tolmezzo e tutta la Carnia piangono Alfieri Serini, uno degli ultimi esponenti della musica folk dell’alto Friuli dal 1955 al 2000. Aveva 80 anni ed era malato da tempo. Seguito con amore e dedizione dalla moglie Arnalda, si è spento serenamente a casa circondato dall’affetto dei suoi cari.
Per tutti Alfieri Serini era semplicemente il “maestri”, perché amava insegnare la sua arte ai giovani che gli chiedevano di impararla. Fisarmonicista, compositore, autore di brani di musica popolare e folk, era molto apprezzato in Carnia e in tutto il Friuli. Nel corso della sua carriera ha pubblicato diverse musicassette e cd, tra cui uno anche con Pupo, al secolo Enzo Ghinazzi. Fu anche dirigente e segnalinee della Virtus Tolmezzo negli anni d’oro.
La vita non gli risparmiò sofferenze: rimase orfano di padre a soli 15 anni, lasciò gli studi per entrare in cartiera (dove poi ha lavorato per oltre una trentina d’anni) e provvedere così ai bisogni della sua famiglia, composta dalla madre Anna e dal fratello minore Gianni, che allora aveva solo due anni. Ma Alfieri seppe affrontare le difficoltà con quel piglio positivo, creativo e appassionato che lo rese forte, empatico e apprezzato, al punto che anche nel momento del lutto il ricordo di molti è volto oggi ai suoi modi simpatici, affabili, allegri e a ciò che seppe dare. Era stato proprio il padre a spingere Alfieri a imparare a suonare la fisarmonica, convinto che «chi sa suonare troverà sempre chi gli darà un piatto caldo in cambio di un po’ di allegria». E Alfieri, ricorda il fratello Gianni, si appassionò davvero alla musica e non gli pesava andare fino a Zuglio in bicicletta, fisarmonica in spalla, a prendere lezioni dal suo maestro “Cenz”.
Così, la sua passione per la musica crebbe ancora, egli fondò il gruppo Serini Folk e per più di 40 anni allietò matrimoni, sagre, feste, capodanni in Carnia e nel Friuli, dove era molto richiesto.
Espresse il suo talento anche nella composizione, riuscendo a pubblicare uno svariato numero di cassette e cd con canzoni la cui musica era interamente composta da lui. E ce fu uno anche con Pupo. Inoltre partecipò per tre volte al Festival della canzone friulana, classificandosi terzo con “Mandi Frute” e secondo con “Grazie parcè”, cantata da Fausto Zarabara. Anche il mondo del calcio piange il Maestri. Tutto il Tolmezzo Carnia con il presidente Michele Ianich e il direttore generale Massimo Quaglia esprime la propria addolorata vicinanza alla famiglia in questo momento.
Ricorda i contributi di Alfieri come dirigente e segnalinee ufficiale della Virtus Tolmezzo. Della squadra peraltro fu la colonna sonora per tutti i dopopartita e per le trasferte all’estero (mitica quella in Lussemburgo, tanti ancora la ricordano) in un mix memorabile di calcio e musica, le grandi passioni del “maestri”. Alfieri era anche grande tifoso dell’Udinese Calcio (abbonato per oltre 20 anni) e soprattutto del Tolmezzo, squadra che celebrò attraverso un vero e proprio Inno: “Evviva Evviva l’Uc Tolmezzo”, società alla quale è fortemente legata la famiglia Serini, con il fratello Gianni, storico dirigente accompagnatore rossoazzurro e il nipote Mauro, viceallenatore della Prima Squadra.
Dopo una grave malattia il Maestri ha smesso di suonare, ma non di ascoltare la sua musica, seguire il calcio ed entusiasmarsi per i successi del nipote Mauro, che nel 2003 era già militante nel Tolmezzo e capitano della squadra degli juniores che ha vinto il campionato italiano. —
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