Morto l’architetto Italo Giorgio Raffin, firmò progetti in tutto il Nordest

Vinse il concorso per il restyling di piazza XX Settembre. I funerali al Beato Odorico, che progettò assieme a Botta

Addio all’architetto Italo Giorgio Raffin: si è spento sabato 26 ottobre, a 81 anni, nell’ospedale cittadino dove era ricoverato da tre giorni a seguito dell’aggravarsi della malattia che l’aveva colpito.

Proveniente da una famiglia di impresari molto attiva nel Pordenonese (l’impresa Pavan, del nonno materno, che aveva partecipato anche all’edificazione del teatro Verdi), terminati gli studi classici, si laureò nel 1964 allo Iuav di Venezia.

Nei due anni successivi risiedette in Danimarca, dove fece esperienza nello studio del grande architetto e designer Arne Jacobsen (Copenaghen 1902-1971), attento modernista. Tornato in Italia, dal 1965 al 1966 fu assistente allo Iuav per i corsi di Elementi di architettura.

Iscrittosi all’Ordine degli architetti della provincia di Udine, dal 1966 avviò il suo studio a Pordenone, in piazza XX Settembre, poi in Contrada Maggiore; nel 1978 passò all’Ordine degli architetti della provincia di Pordenone. Collaborò per molti anni, associandosi in occasione di progetti specifici, con gli architetti Anna Maria Brovedani e Roman Pietro Beltrame.

Con questi ultimi progettò principalmente edifici pubblici: il municipio di Frisanco (1968), la scuola materna a Fratta di Maniago (1972), l’asilo nido di Maniago (1973); con Beltrame realizzò il palazzetto dello sport di Maniago (1973), l’asilo nido di Zoppola (1978), opere parrocchiali in viale Libertà a Pordenone (1978), la scuola elementare di Prata (1983).

Autonomamente, invece, progettò la casa dello studente a San Quirino (1976), il entro civico di Basalghelle di Mansuè (2000) e il cimitero di Porcia (1982). Ancora, edifici residenziali, in città nelle vie Monte Pelmo e Rest e la facciata di via Mercato, in prossimità del panificio Tomadini.

Agli inizi degli anni Duemila il sindaco Sergio Bolzonello gli chiese di progettare una nuova piazza XX Settembre (aveva già vinto un concorso di idee a cui gli amministratori non diedero seguito): il “nuovo” restyling prevedeva una copertura in vetro e verde e un costo di 1,5 milioni. La giunta scelse di non decidere.

«Fu consigliere dell’Ordine – ricorda il presidente degli architetti Vittorio Pierini – e partecipò al progetto della guida del Novecento di Pordenone. Attento al dettaglio, di scuola un po’ veneziana, di indubbia qualità. Era una persona riservata, ma sempre molto disponibile».

L’architetto Italo Giorgio Raffin lascia i figli Davide, che lavora nello stesso studio, e Matteo, manager. Lunedì, in consiglio comunale, gli renderà omaggio il consigliere e collega Franco Giannelli.

I funerali si terranno mercoledì alle 15 nella chiesa del Beato Odorico, come da sua volontà, in quanto aveva progettato assieme all’architetto svizzero Mario Botta.

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