Morto Mario Corsi “il commendatore” Collaborò con la Rex

Lo chiamavamo “Il commendatore”, una persona affabile e gentile, dal sorriso sempre aperto e stampato in viso. Era sempre un piacere incontrarlo: amabile nel parlare e rispettoso di ciascuno. E’...

Lo chiamavamo “Il commendatore”, una persona affabile e gentile, dal sorriso sempre aperto e stampato in viso. Era sempre un piacere incontrarlo: amabile nel parlare e rispettoso di ciascuno.

E’ spirato Mario Corsi, storico collaboratore dell’allora Zanussi Rex, operava nella regione Lazio per i prodotti di questa azienda, che aveva visto nascere e poi seguìto nel suo prezioso e rapido sviluppo, orgoglioso di lavorare «in Zanussi» e poi in Naonis, e orgoglioso dell’amicizia sincera e profonda con il «signor Lino»; e dopo la sua morte non è mai mancato alla messa in suffragio dello stesso Lino Zanussi alla chiesa di san Francesco a Pordenone in via Cappuccini, ogni anno il 18 giugno, anche per deporre il suo omaggio floreale sulla tomba dell’ingegnere. Ogni anno, puntuale alle 18, da qualsiasi parte del mondo si trovasse, arrivava in auto o con l’aereo per giungere in tempo a Pordenone. Un lungo e saldo sodalizio, quello con la Zanussi Rex e la città di Pordenone.

Un signore, un distinto signore, con cui Sergio Gentilini, ex segretario generale del Gruppo Toffolon- Zanussi, ha per lunghi anni collaborato godendo della sua stima. In ambito Zanussi, è stato agente per il Lazio e per molti anni anche presidente del gruppo veterani della vendita “Leo Toffolon”, dopo Mario Missinato.

L’ultima sua volta a Pordenone è stata nel 2011, in anticipo per la messa del 18 giugno: ma per un infortunio aveva dovuto ripartire poco dopo la celebrazione, non prima della visita e dell’omaggio floreale in cimitero al “suo” signor Lino.

La notizia della morta di Mario Corsi è rimbalzata da Roma a Pordenone in questi giorni ed è stata diffusa dall’ultimo numero della rivista nazionale Anioc “Orizzonte dei Cavalieri d’Italia”. Corsi è spirato dopo oltre cinque mesi di doloroso declino della sua forte e generosa fibra, che gli aveva consentito di dedicare corpo e anima all’associazione dei cavalieri, in cui è stato presente non solo nella saggia conduzione della delegazione regionale per il Lazio, in una quantità di iniziative che lo hanno affiancato al fondatore, conte Feliciano Monzani, per il quale egli nutriva una vera e propria venerazione e poi – buon sangue non mente - con il figlio il conte, avvocato Maurizio Monzani, a cui era legato anche da una affettuosa e sincera amicizia.

Innumerevoli le associazioni che lo annoveravano nel loro direttivo, lui sempre cordiale, aperto e pronto a molteplici iniziative benefiche, sociali e culturali: un curriculum, il suo, ampio e difficilmente da sintetizzare in poche righe. Tra i suoi titoli quelli di grande ufficiale, cavaliere di gran croce, diplomatico del sovrano Ordine militare di Malta, consigliere nazionale e delegato Anioc della regione Lazio.

L’Anioc di Pordenone, e Sergio Gentilini in particolare, lo ricordano con grande nostalgia, stima e ammirazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto