Morto Rassatti, 50 anni di lotte in Consiglio

LATISANA. Niente era per caso. Tutto era passione. Che fosse la sua arte, l’impegno civile, perfino il vivere quotidiano. Una personalità genuina, un animo buono e generoso. Gli ultimi erano la sua attenzione.
Lo sono stati per i cinquant’anni trascorsi in consiglio comunale, sempre all’opposizione, sempre di sinistra, coerente a quella vecchia e sana ideologia che non c’è più, quella dei “compagni”, come diceva lui.
L’aula era il luogo dove portava il pensiero dell’uomo della strada, lui leader locale del Partito comunista, paladino delle esigenze dei più deboli. Ugo Rassatti è morto, la notte scorsa, vinto a 83 anni da un male che lo aveva colpito qualche mese fa e lascia i figli Aurora, Giorgio, Patrizio e Natascia.
Artista friulano tra i più rappresentativi della sua generazione, nella natia Latisana era tornato dopo essere emigrato ragazzo a Milano.
Un periodo duro, che gli aveva però permesso di avvicinarsi per la prima volta all’arte, frequentando i corsi di pittura e mosaico dell’Accademia di Brera. Estro e creatività in un uomo forte e deciso, dall’animo dolce. Amava gli animali come pochi: «Era quasi un San Francesco – ricorda il figlio Patrizio – cani e gatti lo hanno accompagnato per tutta la vita.

L’ultima compagnia è stato un piccione, abbandonato dalla madre perché con il collo storto e senza un occhio, papà lo ha curato ed erano inseparabili».
Di professione pittore artigiano, Rassatti era sempre sorridente, con la sua parlata caratteristica, il dialetto di Latisana, che rallegrava con aneddoti e battute. Camicia a quadri, barba incolta, non si sottraeva mai a quanti lo fermavano: lui non diceva di no a nessuno e i problemi della gente diventavano i suoi, da risolvere in aula.
Del suo io artistico invece parlava poco, non voleva che fosse scambiato per un vanto, eppure il pittore Ugo Rassatti in Italia e in Europa era noto e apprezzato, tanto da essere selezionato nel 2000 fra i trenta artisti italiani scelti per esporre al Parlamento europeo a Strasburgo e, di recente, indicato tra gli artisti rappresentativi dell’Italia all’Expo di Milano.
Al premio Fighille di Citerna (Perugia), al quale Rassatti partecipava da quindici edizioni, lo ricordano come un tornado, «quando arrivava qualcosa succedeva sempre. Resterà per sempre nella storia del nostro concorso, perdiamo un artista, un amico e un personaggio assolutamente unico».
L’impegno politico è stata l’altra grande passione di una vita: «La sua era una polemica costruttiva, perché teneva alla sua ideologia, ma alla fine voleva solo il bene di Latisana» ricorda Danilo Moretti, per 13 anni sindaco con Rassatti determinato consigliere d’opposizione. Divisi da una battaglia ideologica, «ma di grande collaborazione – aggiunge Moretti – ha avuto sempre un grande rispetto per le persone, per le istituzioni e per il suo ruolo di consigliere».
L’ultima volta, nel 2011, corse come candidato sindaco a capo della “Lista Rassatti”. Lunedì alle 15.30 sarà celebrato il funerale.
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