Addio a Vincenzo Pisano, colonna del Leon d’Oro, la prima pizzeria dell’Isontino

Un pezzo di Gradisca se ne va per sempre con la sua scomparsa: aveva 85 anni 

Luigi Murciano
Vincenzo Pisano
Vincenzo Pisano

Nel suo cuore, il sole dell’amata Costiera amalfitana. In tasca, un dono forse invisibile eppure preziosissimo: quello della semplicità, dote che gli ha permesso di farsi benvolere da tutti, e da subito.

C’è un pezzo di Gradisca che se ne va per sempre dopo la scomparsa, all’età di 85 anni, di Vincenzo Pisano, per moltissimi anni motore e volto di quella che è stata la prima pizzeria nella storia dell’Isontino: il Leon d’Oro di via Ciotti, nel cuore della Fortezza.

Nato l’11 dicembre 1939 a Tramonti, un grazioso paese in provincia di Salerno, in gioventù Pisano amava giocare a pallone con gli amici, che lo soprannominavano Cianciano. Era, raccontano, un calciatore molto talentuoso.

A Tramonti ha svolto i lavori più disparati: su tutti il portalettere e il ciabattino. Nel’62 ha sposato l’amata Giulia Citarella, per tutti Giuliana, da cui nel’63 ha avuto la primogenita Carmela. Poi nel’67, tutto cambia.

C’è una valigia di sogni da riempire, una nuova vita da lastricare. Si sale tutti insieme quassù, in Friuli Venezia Giulia: diverse famiglie scelgono questo spicchio di Nord Est, aprendo una serie di pizzerie le cui insegne sono ancora sinonimo di successo nell’immaginario collettivo.

Il Leon d’Oro è una di queste. Parallelamente vedono la luce anche “Al Gambero” a Palmanova, “Il Salice” a Cervignano del Friuli, “da Toni” a Udine e “Il Molino” sempre a Cervignano.

Nel’72 Vincenzo e Giuliana salutano l’arrivo del secondogenito Giuseppe (Pino), oggi cronista del Messaggero Veneto.

Del Leon d’Oro Vincenzo Pisano è il gran cerimoniere. Non solo consiglia ed assiste i clienti con maestria e un pizzico di humour, ma ne diventa amico, complice, persino prezioso confidente. Il tono di voce sempre pacato, il sorriso caloroso, la capacità di ironizzare ma senza mai varcare i confini del buongusto e del buonsenso.

Si innamora perdutamente di Gradisca, interessandosi costantemente della cosa pubblica e allacciando numerosissime amicizie, celebrate quando possibile con il rito laico dell’aperitivo, a rotazione, nei diversi locali della Fortezza.

«Qui ci avete sempre fatto sentire a casa»,

amava ripetere.

Sarà per questo che il “Leon” è stato un riferimento per ben 56 anni: luogo ideale per le famiglie e per i giovani, approdo obbligato per le migliaia di militari che hanno affollato le due caserme gradiscane, posto discreto per riunioni politiche informali. E casa per intere generazioni di atleti delle società sportive cittadine, che lì hanno celebrato vittorie e consolato sconfitte.

Vincenzo era sempre presente, curioso e partecipe, cordiale e gioviale, con lo stesso sorriso di quel ragazzo arrivato dalla Costiera Amalfitana: al servizio di tutti, e con la capacità – oggi in via di estinzione – di ascoltare tutti.

Pisano ha gestito il Leon d’Oro fino alla meritata pensione arrivata nei primi anni 2000. È stato un papà e un marito esemplare.

Dal 2020, quando le condizioni della sua Giuliana si sono aggravate fino alla scomparsa due anni più tardi, la vita ha avuto certamente un sapore diverso. Meno dolce. Ora sono di nuovo insieme. Le esequie saranno celebrate sabato alle 12 nella parrocchiale di S. Valeriano, muovendo alle 11. 40 dal nosocomio di Gorizia. Seguirà cremazione. —

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